Obbligo vaccinale almeno per gli over 60 con l’estensione dell’obbligo di green pass rafforzato ad alcune categorie di lavoratori, terza dose per chi ha più di 12 anni, nuove regole per lo smart working. Queste sono alcune misure contenute nel nuovo Decreto che il Governo Draghi varerà nelle prossime ore. Probabilmente già entro il pomeriggio di oggi, dopo il confronto con le Regioni (che spingono verso l’obbligo vaccinale) e l’accordo con i partiti. All’indomani di un nuovo record di contagi: oltre 170mila in tutta Italia, ben 50mila in Lombardia.
Sul tavolo rimane l’ipotesi di imporre il green pass rafforzato a tutti i lavoratori, ma sarà il nodo più difficile da sciogliere. Anche sulla base di quanto indicato dalle Regioni che chiedono “una profonda rivalutazione complessiva di tutti gli aspetti di gestione della pandemia”. Uno di questi potrebbe essere quello di imporre il green pass a chi ha più di 60 anni, non è escluso che alla fine la soglia di età possa partire dagli over 50. Le Regioni chiedono “una valutazione dell’obbligo vaccinale anche tenendo conto della fragilità dei soggetti più a rischio di ospedalizzazione nonché di una eventuale estensione dell’utilizzo del green pass rafforzato”. Che significa imporre l’obbligo vaccinale fino alla terza dose.
Probabilmente il primo passo sarà quello di imporlo solo a determinate categorie lavorative: come già avvenuto per il personale sanitario e scolastico, per le forze dell’ordine e per i lavoratori esterni delle Rsa. Si potrebbero aggiungere gli allenatori delle squadre sportive e chi lavora nelle palestre e nei circoli, i dipendenti che hanno contatti con il pubblico, gli altri lavoratori che hanno contatto diretto con le categorie più fragili.
Intanto da lunedì 10 gennaio i ragazzi tra i 12 e i 18 anni potranno prenotare la terza dose. Dal 1 febbraio il Green pass avrà validità di 6 mesi anziché di 9. Novità in vista anche per lo smart working con una differenza tra settore pubblico e privato: “fino al 31 marzo 2022, la differenza fondamentale sta nell’obbligatorietà, per il settore pubblico, dell’accordo individuale, mentre nel settore privato è ancora ammessa la forma semplificata, senza necessità di accordo individuale”, spiega una circolare del ministero della Pubblica Amministrazione.
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