Il 18 gennaio si aprirà il processo contro Alessandro Impagnatiello, l’uomo che ha ucciso la compagna Giulia Tramontano a Senago. Oggi la sorella di Giulia, Chiara Tramontano, ha diffuso via social un appello per chiedere giustizia. Una giustizia che per Chiara può esserci solo con una condanna all’ergastolo del compagno della sorella uccisa con il bimbo che portava in grembo.
Appello della sorella di Giulia Tramontano: Giustizia, Ergastolo
“Ci siamo. Vogliamo sapere di vivere in un paese giusto. Nulla ci restituirà Giulia, ma la giustizia puó alleviare il senso perenne di frustrazione e sconfitta che proviamo dinnanzi alla lapide di mia sorella”. Inizia così il messaggio diffuso da Chiara Tramontano.
“Giustizia per il nipote che non culleremo mai, per la nostra vita distrutta, per i silenzi che accompagneranno ogni Natale, ogni compleanno di Giulia, ogni giorno di festa in cui non saremo più in 5 a tavola.
Giustizia per Giulia, che ha perso la vita, la famiglia e non per ultimo, suo figlio Thiago.
Giustizia per Chiara, che ha perso sua sorella maggiore, guida, spalla e riparo da tempesta
Giustizia per Mario, che a soli 21 anni ha portato sulle spalle la bara di sua sorella e suo nipote ed in silenzio urla strazio e dolore
Giustizia per Loredana e Franco, la cui vita si è fermata quel giorno e che vivono nel solo ricordo della figlia Giulia, che hanno cullato dal primo giorno e cresciuto per 29 anni con amore e dedizione. Oggi sono ergastolani del dolore di fronte alla foto della figlia impressa su un pezzo di marmo”.
Il messaggio di Chiara Tramontano si conclude con l’invito alla condivisione di questo appello.
“Se vuoi, ricondividi per gridare giustizia per mia sorella e mio nipote, barbaramente uccisi il 27 Maggio 2023”.
Saranno passati 236 giorni, giovedì prossimo dal giorno in cui Alessandro Impagnatiello ha ucciso a coltellate la compagna Giulia Tramontano a quello in cui comparirà in Tribunale.
Impagnatiello a processo con il giudice del Caso Yara
A presiedere il processo ci sarà la giudice Antonella Bertoja, giudice del “Caso Yara” nel primo grado al Tribunale di Bergamo. Con lei anche un giudice a latere e sei giudici popolari.
La colpevolezza di Impagnatiello non è in discussione visto che ha confessato e ha reso possibile il ritrovamento del corpo della 29enne in via Monte Rosa a Senago.
Il processo servirà soprattutto a stabilire l’entità della pena inflitta, che secondo l’appello di Chiara Tramontano non può che essere quella massima, ovvero l’ergastolo.
Perché alcuni articoli non sono firmati?
Perché sono il risultato di un lavoro collettivo.
Dietro ogni notizia su queste pagine, ci sono giornalisti che da oltre 30 anni raccontano con passione la cronaca locale.
Quando un articolo non porta una firma, è perché è frutto del nostro impegno condiviso: un’informazione costruita insieme,
con la serietà che ci contraddistingue.
Edicola digitale | Canale Telegram





