Una lettera inviata al direttore del Notiziario e firmata da sei dirigenti scolastici di Paderno, Senago, Bollate, Garbagnate e Rho per denunciare le difficoltà che sta vivendo la scuola, i rimbalzi di responsabilità, la sostituzione nel ruolo dei medici di base che hanno gettato la spugna…
E’ molto duro lo scritto firmato da Antonella Caniato dell’Ic Allende Paderno Dugnano, Anna Origgi dell’Ic Montessori Bollate, Rosa Di Rago dell’Ic Marco Polo di Senago, Stefania Giacalone dell’Ic Brianza di Cassina Nuova di Bollate, Sara Giovanna Belluzzo dell’Ic Futura Garbagnate Milanese e Sandra Moroni dell’Ic Tommaso Grossi di Rho.
“Caro Direttore – scrivono le sei Presidi – siamo Dirigenti scolastici di Istituti comprensivi della città metropolitana di Milano. Abbiamo letto tantissimi articoli prima dell’estate riguardanti la famosa Dad, la didattica a distanza, i docenti alle prese con PC e webcam anche ad un passo dalla pensione. Ma la scuola c’era, tutta. In estate non si parlava che di banchi, misure, numeri e gel. La scuola c’era e i dirigenti in particolare con lei. L’estate è passata e gli alunni sono tornati sorridenti ma distanziati. Ma la scuola c’era ad accoglierli senza paura.
Poi la pandemia ha ricominciato ad essere pressante e le scuole Secondarie sono andate in Ddi, didattica integrata. Gli Istituti comprensivi sono rimasti in presenza, sempre. Ora, pur nella zona rossa, tutti i giorni accogliamo i nostri alunni, tutti i giorni contiamo i positivi e mandiamo in quarantena classi e salutiamo chi rientra con un tracciamento ormai incontrollato, senza che ci siano istruzioni chiare di supporto dagli altri soggetti competenti. Lì tutti i giorni con spirito di servizio Dirigenti, amministrativi, Dsga a volte ancora precari in attesa di una loro collocazione definitiva, collaboratori e docenti. Dobbiamo esserci, ci siamo”.
“I docenti – continuano le sei dirigenti firmatarie – si collegano con una classe a distanza se si tratta di una Seconda o terza media e si spostano ad insegnare in un’altra, va bene. Ogni giorno ci chiedono di compilare monitoraggi, mentre la linea va e viene perché i comuni non ci collegano le scuole alla fibra, dobbiamo fare salti mortali per trovare un supplente. Rispondiamo ai genitori come fossimo medici perché i medici di base hanno gettato la spugna. Ma il loro lavoro non è quello di accompagnare i malati?
Noi Dirigenti non siamo medici. Noi insegniamo ai nostri ragazzi che ci sono regole che vanno rispettate e attuate nel rispetto di tutti ma quanto questo invece non viene attuato al di fuori del contesto scuola? La scuola c’è e agisce come le viene richiesto con spirito di servizio ma la fatica è tanta e non viene riconosciuta e si assiste anche in questo momento così complesso al solito rimbalzo di responsabilità sull’anello terminale in nome di un’autonomia mai stata reale”.
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