Rho, nasce la “scuola di principesse”: lezioni di bon ton, trucco e acconciature dai 6 ai 9 anni, ed è subito polemica.
Al via la “scuola di principesse” a Rho: un corso di galateo rivolto alla fascia d’età dai 6 ai 9 anni. Le piccole prenderanno lezioni di portamento, bon ton e dizione, imparando a camminare sui tacchi e a truccarsi da vere dame. Immancabile l’attestato di partecipazione dopo tre mesi. Un’iniziativa, quella pubblicata sul profilo Facebook della Maison degli Eventi, che ha generato una pioggia di critiche, tanto da gettare nell’occhio del ciclone Stefania Vadalà, wedding planner e ideatrice della tanto osteggiata “scuola di principesse”.
Rho, al via la “scuola di principesse”: è subito polemica sui social e in televisione
“Ci stiamo battendo tutti i giorni per cambiare questa cultura sessista e patriarcale, abbiamo femminicidi perché gli uomini pensano che le donne siano oggetti di loro proprietà, facciamo battaglie per il gap salariale, per incoraggiare le donne a studiare materie scientifiche e tecniche, e ora riecco il galateo e le principesse. L’attestato? Io vi denuncerei”, commenta indignata una signora sui social.
Polemica sui social per la Scuola di principesse di Rho
“La cosa che mi rattrista di più è il fatto che si rivendichi l’intento di rafforzare l’autostima delle bambine basandosi puramente sull’esteriorità”, aggiunge amareggiata un’altra utente su Facebook.
Le polemiche sui social hanno fatto da vero e proprio booster, portando la notizia alla ribalta sui media generalisti e mettendo Rho sotto i riflettori. Mattino 5 su Canale 5, La Vita In Diretta su Rai 1 e ultima Carta Bianca su Rai 3. “Sono d’accordo sui corsi di bon ton ma perché devono diventare per forza principesse? È un luogo comune”, commenta così Mauro Corona, scrittore e ospite fisso al programma di Bianca Berlinguer.
Rho, la risposta dell’organizzatrice del corso: “Evento aperto a tutte e tutti. Nessun stereotipo di genere”
Stefania Vadalà, ideatrice della “scuola di principesse”, corre ai ripari e prova a difendersi su Facebook: “Il post non voleva proporre di abbracciare stereotipi di genere e non voleva criticare altre forme di espressione dell’infanzia. Per noi bambini e bambine possono essere qualsiasi cosa, possono esprimere la loro bellezza attraverso qualunque forma”.
“Il fatto che ci fosse una bambina nella foto di presentazione, scelta forse un po’ sommaria, non esclude che l’invito fosse aperto a tutte e tutti. Oggi si gioca alle principesse, domani agli indiani”, conclude così l’organizzatrice della criticatissima “scuola di principesse”.
Serena Curci
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