I sacchetti per imbustare frutta e verdura diventano a pagamento. La novità è stata introdotta con il nuovo anno. Dal 1 gennaio le buste saranno biodegradabili mandando in pensione le tradizionali in plastica. In per sé la novità è positiva, se non fosse che anche questi sacchetti diventano a pagamento.
Ancora il prezzo non è stato indicato, ma potrebbe aggirarsi mediamente sui 10 centesimi. Oltre al prezzo di frutta, verdura, pesce, carne e gastronomia nello scontrino finirà anche il costo dei sacchetti per imbustare la merce.
Mediamente all’anno ne vengono utilizzati oltre 150, con una spesa media che potrebbe superare i 20 euro a famiglia. Per gli esercenti che non si adegueranno alla nuova norma sono previste sanzioni da 2500 euro a oltre 25mila euro.
“L’innovazione – commenta Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente – ha un prezzo ed è giusto che i bioshopper siano a pagamento ma sia garantito un costo equo che si dovrebbe aggirare intorno ai 2/3 centesimi a busta. Occorre affrontare con efficacia il problema dell’usa e getta e allo stesso tempo contrastare il problema dei sacchetti illegali, ancora troppo diffusi, e promuovere le filiere delle produzione industriali innovative e rispettose dell’ambiente. Allo stesso tempo auspichiamo che l’Italia continui a seguire, con impegni e azioni concrete, la strada tracciata in questi anni e la strategia messa a punto, basata sulla corretta gestione dei rifiuti da parte dei comuni, l’economia circolare promossa dalle imprese e il contrasto al marine litter, grazie anche alle ultime novità arrivate dalla legge bilancio, e infine una maggiore tutela e salvaguardia dell’ambiente marino e della biodiversità”.
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