Grinta, motivazione individuale e di gruppo, ma soprattutto un’instancabile voglia di superarsi. Requisiti essenziali per chi sceglie di praticare l’ultramaratona, corsa a piedi che prevede una distanza superiore ai 42 chilometri della maratona classica. E di chilometri Lucio Caroni, 56 anni di Rovellasca, nel tempo ne ha macinati parecchi: iscritto all’associazione podistica “Tartarughe della Kirghisia” di Caronno Pertusella, lo scorso 7 marzo ha vinto, insieme al compagno di squadra Piergiuseppe Monegato, la “Sila3Vette”, una corsa di 140 chilometri tra i monti selvaggi della Sila, in Calabria. Gara vinta in “appena” 26 ore e 45 minuti.
«La corsa sulla Sila è stata un’esperienza molto coinvolgente – racconta Lucio – dal punto di vista fisico ma anche psicologico: al di là dei 140 chilometri che sono comunque tanti, soprattutto in montagna, è stata una prova di resistenza non indifferente, affrontata in mezzo ad un paesaggio impervio, sperduto nel quale era molto facile perdersi. Con noi avevamo solo lo zaino e un rilevatore Gps». E aggiunge: «In ultramaratona tutti hanno una crisi prima o poi. Ricordo che intorno all’ottantesimo chilometro della Sila3Vette Piergiuseppe ha avuto un problema fisico ma siamo riusciti in qualche modo a superarlo. In quei momenti devi riuscire a focalizzare il tuo percorso, non bruciando le tappe ma facendo un passo alla volta senza voler arrivare a tutti i costi subito».
Dalla pianura alla montagna dalla città al deserto: gli ultramaratoneti corrono attraverso paesaggi variegati e affrontano condizioni climatiche talvolta estreme. Come Nico De Corato, imprenditore italiano che da anni vive e lavora a Dubai. Nel 2018 ha corso in solitaria per 140km nel cuore del deserto emiratino. Ma da dove nasce il bisogno di compiere questo tipo di imprese sportive? «L’idea principale nasce dalla voglia di sfidarsi – racconta – di superare ogni volta i propri limiti spingendosi sempre un po’ più oltre. L’importante è la preparazione, di certo non mi sveglio la mattina decidendo di fare cinquecento chilometri nel deserto. C’è un percorso di preparazione fisica e mentale che mi porta a coprire una distanza più o meno lunga in determinati ambienti».
E Nico, nonostante alcuni problemi fisici avuti dopo la sua “traversata”, non si arrende: «Bisogna essere ultramaratoneti nella vita perché non sai mai le difficoltà che incontrerai, e allora non è tanto importante non fermarsi quanto la capacità di riprendersi dopo uno stop». Dai monti selvaggi della Sila Lucio Caroni è tornato a Rovellasca dove ha ripreso il lavoro e gli allenamenti quotidiani. Già, perché la preparazione di un’ultramaratona inizia anche dal parco sotto casa. «Durante la zona rossa facevo i giri per le strade paese», ricorda. Il podista guarda già alle prossime competizioni come la Nove Colli Running, 202km con arrivo a Cesenatico (Forlì-Cesena) e soprattutto la Spartathlon, una corsa che si compie tra Atene e Sparta, in Grecia, dove ai vincitori viene consegnata una corona d’alloro, nel vero spirito dell’antica tradizione olimpica. In attesa di gareggiare – Covid permettendo – gli atleti si riscaldano, pronti a scattare.
Claudio Agrelli
Clicca qui per la nostra edicola digitale
Per restare sempre aggiornato con le nostre notizie,
puoi iscriverti gratuitamente al nostro Canale Telegram
oppure per i nuovi video pubblicati puoi iscriverti al nostro Canale Youtube