Un sacerdote di Caronno Pertusella si è visto recapitare l’Imu del 2012, con tanto di mora e interessi di mancato pagamento, in quanto avrebbe dovuto pagarla come seconda casa. “Ma l’abitazione di via Meneghini, dove ho la residenza e dove vive mia madre anziana, è la mia prima abitazione – contesta Don Pierluigi Robbiati, la cui famiglia è originaria di Pertusella dal 1700 – E’ vero che vivo per lavoro a Milano, dove faccio il coadiutore della parrocchia di San Martino a Niguarda, ma la mia residenza anagrafica è qui”. Non per il Comune, che ha sottoposto il prete a un accertamento fiscale, giungendo alla conclusione che non dimora abitualmente in via Meneghini e, pertanto, quella dev’essere considerata la sua seconda casa. Così, di recente, don Robbiati si è visto recapitare un avviso di pagamento di ben 799 euro, riferito solo a un anno: in seguito gli verranno trasmessi tutti quelli degli anni successivi. Don Pierluigi ha chiesto aiuto alla Curia: ha così appreso che il suo è l’unico caso in Italia, perché di solito i comuni di residenza si accontentano delle autocertificazioni e non fanno accertamenti fiscali sui preti come a Caronno.

All’Ufficio Tributi del Comune replicano che “stiamo solo applicando la legge, che in materia di Imu considera prima casa quella dove si dimora (a differenza della normativa dell’Ici pagata fino al 2011). Appreso di questo caso, abbiamo svolto degli approfondimenti, appurando che il Governo ha sanato la questione per tutte le altre categorie, funzionari statali, militari e vigili del fuoco, ma non per gli uomini di Chiesa”. Si prospetta un ricorso alla Commissione Tributaria di Varese.
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