Terminato il trasloco, è divenuta pienamente operativa la nuova caserma dei carabinieri di viale IV Novembre a Uboldo: i militari sono in servizio dalle 8 alle 17.30 e hanno già cominciato da tempo a raccogliere le denunce.
Caserma di Uboldo operativa, ma nessun taglio del nastro
Va detto che i militari dell’Arma si sono insediati con tanta buona volontà e spirito di adattamento, perché la struttura – per quanto utilizzabile – presenta ancora dei problemi irrisolti: nessuna inaugurazione è in vista, almeno per adesso, smentendo così quanto prospettato quando era cominciato il trasloco dalla caserma di via Risorgimento. Che sarebbe stato previsto cioè il taglio del nastro con le autorità civili e militari e la cittadinanza.
“Si tratta di una struttura che non è comunale, pertanto non spetta a noi organizzare l’inaugurazione”, chiarisce il sindaco Luigi Clerici. “Per il momento non mi è stata comunicata la volontà di tenere una cerimonia ufficiale, ma non è escluso che si faccia in futuro”. Un fatto è certo: anche se la caserma è agibile e funzionante, ci sono dei problemi tecnici ancora irrisolti. “All’interno mancano le rifiniture e devono ancora essere fatti dei piccoli lavori – spiega infatti Clerici – Tutte pecche che non competono all’amministrazione comunale ma al Ministero degli Interni, che spero se ne occupi quanto prima per la serenità dei nostri carabinieri. C’è, fra l’altro, il problema degli alloggi non ancora finiti: sono pronti due su quattro, per cui è limitata la possibilità di dormirvi”.
La caserma di Uboldo: un cantiere che dura da 20 anni
Il primo cittadino è stato segnato dalla vicenda infinita della caserma, patata bollente che ha ereditato al suo insediamento. Un progetto che per quasi 20 anni è stato penalizzato da un susseguirsi di fermi cantiere per modifiche in corso d’opera, perché erano finiti i soldi e si attendevano nuovi finanziamenti, ma anche per i ritardi delle certificazioni. L’eterno cantiere aveva aperto i battenti nel 2007 per poi essere sospeso dopo un paio d’anni. Il motivo? Erano terminati i fondi a disposizione: su un progetto di 1,7 milioni di euro ne mancavano all’appello 650mila.
Così, nel parco di via Ceriani, era rimasta una “cattedrale” lasciata a metà. Da allora i lavori sono ripresi a intermittenza. Fino all’episodio più paradossale: il sindaco ha appreso dalla ditta esecutrice che per chiudere il cantiere serviva allacciare il contatore del gas con un versamento di 350 euro. Purtroppo poteva farlo solo l’ente che ha commissionato i lavori, il Provveditorato alle Opere pubbliche, che Clerici ha contattato chiedendo di accelerare la pratica. Ci è riuscito. Sino al trasloco a fine 2022.
Redazione web
Leggi ilNotiziario anche da pc, smartphone e tablet. Clicca qui per la nostra edicola digitale
Clicca qui per la nostra edicola digitale
Per restare sempre aggiornato con le nostre notizie,
puoi iscriverti gratuitamente al nostro Canale Telegram
oppure per i nuovi video pubblicati puoi iscriverti al nostro Canale Youtube