Due ciclisti morti in meno di due anni nello stesso tratto di strada a Rovello Porro, dove muoversi sulle due ruote, specialmente in condizioni di scarsa visibilità, è pericolosissimo.
Prima del tragico incidente di questa mattina, nel quale ha perso la vita Paola Greselin, 62enne di Saronno, dipendente del Comune di Rovello Porro, il 26 ottobre 2020 in quello stesso tratto era stato investito ed era successivamente morto Simone Vavassori, 15 anni di Misinto, originario di Ceriano Laghetto. Anche in quel caso, il ragazzo era in sella ad una bicicletta e fu investito da un’auto.
La strada è la Sp31, provinciale che collega Saronno a Rovello Porro, sulla direttrice Nord-Sud. E’ una strada con la carreggiata piuttosto stretta e priva di pista ciclabile nostante ci sia spazio in banchina, in particolare sul lato Ovest, mentre sul lato Est, in prossimità della doppia rotatoria su cui si innesta la Sp31 bis di recentissima realizzazione, opera complementare di Pedemontana, è stato posizionato anche un guard-rail metallico che riduce ulteriormente lo spazio a disposizione per i ciclisti.
Strada pericolosa per i ciclisti tra Saronno e Rovello Porro
Un tratto di strada peraltro molto frequentato da chi si muove in bicicletta verso Saronno perché qui convergono i residenti della zona più a Ovest di Cogliate e più a Est di Rovello Porro e Rovellasca, oltre che di Cascina Nuova e Misinto.
E’ peraltro punto di incontro tra due province, quella di Como e quella di Varese. Eppure, o forse proprio per questo, si tratta di un tratto di strada in cui nessuno ha ancora realizzato una pista ciclabile che possa mettere in sicurezza gli utenti delle due ruote.
Due incidenti mortali per ciclisti in poco più di due anni
In queste ore sono in molti, specialmente sui social, a lamentare la pericolosità di quel tratto di strada, che è nota da tempo a tutti quelli che risiedono da queste parti. Ma evidentemente non abbastanza a chi avrebbe potuto metterlo in sicurezza prima che si verificassero le tragiche morti di Paola e Simone.
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