
“Laura Taroni ha dimostrato una lucida volontà di uccidere portata avanti con tenacia”. Lo ha detto questa mattina in aula a Milano il sostituto procuratore generale Nunzia Ciaravolo, nel processo di appello “bis” che vede l’ex infermiera di Saronno imputata per l’omicidio del marito, Massimo Guerra e della madre, Maria Rita. Nel corso della requisitoria in tribunale, il pg ha chiesto la conferma della condanna a 30 anni di carcere per gli omicidi, compiuti tra il giugno 2013 e il gennaio 2014 con la complicità dell’ex amante, il medico Leonardo Cazzaniga, già condannato all’ergastolo nel gennaio di un anno fa per l’omicidio di 12 pazienti.
«Taroni ha fatto in modo di far morire il marito in casa – ha proseguito il pg Ciaravolo – e non al pronto soccorso», per evitare di finire sotto la lente «di una commissione ospedaliera che era stata istituita un paio di mesi prima». Inoltre ha sottolineato che la donna, accusata di avere somministrato farmaci letali a Guerra, ha cercato di apparire una «vittima sacrificale. Ma questa teoria, ovvero che lei abbia cercato di mettere tranquillo il marito che la costringeva a pratiche sessuali, non regge». Ripercorrendo la storia, il pg ha sottolineato come l’imputata «ha dimostrato un uso disinvolto dei farmaci» e una «lucida volontà di uccidere».
Laura Taroni venne condannata in primo grado con rito abbreviato a 30 anni di reclusione confermata in secondo grado nel luglio 2019. Nel settembre 2020 la sentenza di condanna venne annullata e rinviata a causa di 13 pagine mancanti dalle motivazioni della sentenza d’appello che, secondo l’avvocato Monica Alberti, rappresentavano un elusione integrale del problema delle condizioni psichiche della donna.
La nuova perizia, presentata lo scorso 25 gennaio di fronte alla Corte di Assise d’appello di Milano, aveva dimostrato come l’infermiera 44enne fosse capace di intendere e di volere. Taroni era “affascinata dalla morte, attratta dai farmaci, ma sana di mente, capace cioè di realizzare mentalmente quali potessero essere gli aspetti di disvalore relativi all’omicidio del marito e della madre” si legge nella relazione curata dallo psichiatra e professore di psicologia presso l’Università di Torino Franco Freilone. Terminata la requisitoria del pg, si attende ora la discussione tra le parti e la sentenza.
Claudio Agrelli
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