di Stefano Di Maria
Apprestandoci a scrivere la nostra recensione di GANGS OF GALICIA, serie mediocre e dimenticabile, ci sovviene che alla produzione si può rimproverare tutto meno che il pretenzioso titolo: l’originale CLANES è stato colpevolmente tradotto da Netflix con un titolo più accattivante, che richiama in modo inopportuno GANGS OF LONDON e GANGS OF OSLO, show di ben altro spessore.
Dopo queste premesse resta il fatto che la serie di sette episodi, con protagonisti Tamar Nomas e Clara Lago, continua misteriosamente a rimanere da settimane nella top ten del colosso dello streaming a stelle e strisce. Tanto da “rischiare”, Dio non voglia, la seconda stagione.
GANGS OF GALICIA – La trama
Dopo essersi fatta le ossa in uno dei migliori studi legali di Madrid, Ana decide di ricominciare da zero a Cambados, in Galizia, mentre cerca di venire a patti con il proprio passato.
Di professione avvocata, vuol scoprire la doppia vita del padre morto. Non passando certo inosservata, viene notata da Daniel, il figlio di un importante trafficante di droga a capo del clan Padín, il cui capo è in carcere. Che cosa li lega e come cambierà la vita di Ana dopo avere conosciuto Daniel?
GANGS OF GALICIA – La recensione
Per quanto la trama non sia particolarmente originale, GANGS OF GALICIA sembra avere i presupposti per imporsi nel nutrito catalogo thriller di Netflix. Peccato che siano andati quasi tutti sprecati. L’impressione è che sceneggiatori e regista non abbiano lavorato di fino e originalità, ma che siano voluti restare nella comfort zone delle storie narcos e romantiche: il risultato è una miniserie che procede lenta, malgrado non manchino i colpi di scena, senza nemmeno sfiorare la sufficienza per una regia priva di particolari guizzi, la recitazione non convincente e l’evoluzione della vicenda prevedibile. Oltretutto la storia d’amore fra Ana e Daniel e qualche inutile sottotrama (come quella del capo della task force) prendono il sopravvento rispetto al traffico di droga e ai suoi meccanismi, che avrebbero dovuto essere centrali. Insomma, ci si aspetta tutt’altro rispetto alla piega che prende la storia.
Non gioca a favore nemmeno il montaggio, decisamente caotico: il secondo episodio inizia con una scena che pare totalmente scollegata dal resto degli episodi, risultando incomprensibile anche al termine della visione. Pure i flashback sembrano buttati a caso qua e là, creando confusione: non si capisce quando siano avvenuti i fatti, faticando a incastrarli col resto della narrazione. Non sono da meno i vuoti narrativi, difetti di scrittura imperdonabili: in una scena si vedono due feriti durante una sparatoria, solo uno dei quali finisce all’ospedale mentre l’altro continuerà ad agire nel clan di trafficanti come se nessuno gli avesse mai sparato, quando sembrava addirittura in fin di vita. Vedere per credere.
Basta quest’ultimo dettaglio a rendere l’idea di come GANGS OF GALICIA sia una serie raffazzonata, scritta e girata in modo frettoloso al punto che una seconda stagione non potrebbe fare peggio.
GIUDIZIO: 2/5
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