A metà strada fra PRISON BREAK e OZ, serie cult ambientate nelle carceri, è stata pubblicata su Netflix IL DETENUTO (titolo origianale: EL RECLUSO).
Prodotta da Telemundo Internacional Studios e mandata in onda lo scorso ottobre, è un adattamento della serie televisiva argentina EL MARGINALE.
Una grande scoperta per chi è alla ricerca di un’altra storia di qualità ambientata fra le mura di una prigione: anche qui, come nei due fari sopra citati, vediamo tanta azione, assistiamo a colpi di scena, ci affezioniamo ai personaggi e ci appassioniamo alle storie (anche quando ci vediamo costretti a sospendere l’incredulità assistendo alle malefatte e alla corruzione del direttore e dei secondini del carcere messicano La Rotunda).
Protagonista è Lázaro Mendoza, interpretato da uno sconosciuto quanto bravo Ignacio Serricchio: è un ex marine che, assoldato per scoprire dove si trova la figlia rapita di un giudice americano, fingerà di essere un condannato pluriomicida per essere rinchiuso in un carcere di massima sicurezza del Messico ed entrare in contatto coi rapitori.
Fin dal primo episodio veniamo catapultati in una realtà carceraria impressionante e – come in OZ – per stomaci forti: la particolarità de La Rotunda, per altro, è che i prigionieri non sono rinchiusi in celle ma in una sorta di comunità dove si sono suddivisi le baracche. Qui Làzaro, col nome di Dante Pardo, entrerà in contatto col peggio dell’umanità, ma riuscirà presto a conquistarsi un posto di rilievo cercando di restare lontano da lotte etniche, violenze sessuali e vendette.
Fra tutti spiccano due personaggi: Mariano Tavares, boss di una fazione di carcerati, e il suo figlioccio Santito. A vestire i loro panni sono Luis Felipe Tovar e David Chocarro, grandiosi in questa prova attoriale che li rende molto credibili nei panni del capo senza scrupoli e del pazzoide che, dipendente dalla cocaina, non perde comunque mai il controllo e resta vigile in ogni circostanza.
IL DETENUTO mette anche in luce l’umanità nascosta di uomini del genere, capaci di amare, di legarsi affettivamente e soffrire come chiunque altro. Il paradosso, tanta è la corruzione e la sete di potere ai piani alti, è che a uscirne meglio sono proprio i prigionieri rispetto al sistema.
Per questo, vista l’ultima puntata, non rimpiangiamo PRISON BREAK o OZ. A modo suo, questa serie li rimpiazza degnamente e senza suscitarci quell’effetto di déjà vu insopportabile per un consumatore seriale.
IL DETENUTO è composto da 13 episodi di 45 minuti, disponibili su Netflix.
Foto: Netflix
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