di Stefano Di Maria
L’ARTE DELLA GIOIA è un’esperienza visiva ed emotiva vissuta raramente nella serialità italiana e straniera. La regia di Valeria Golino è pura poesia: è riuscita a portare sul piccolo e grande schermo una trasposizione incantevole, coraggiosa e ammaliante dell’omonimo romanzo di culto di Goliarda Sapienza (edito da Einaudi).
Grazie a Sky abbiamo avuto modo di godere di tutti e sei gli episodi della serie original, in streaming on demand su Now Tv e su Sky Atlantic per tre settimane. Quella che segue è la nostra entusiasta recensione.
Qui sotto il trailer ufficiale:
L’ARTE DELLA GIOIA – La Trama
Prodotta da Sky Studios e da Viola Prestieri per HT Film, debuttata lo scorso anno al Festival di Cannes e nelle sale cinematografiche, la serie racconta la storia di Modesta, nata in Sicilia il primo gennaio del 1900 da una famiglia povera, in una terra ancora più povera. Dopo un tragico incidente che la strappa alla sua famiglia, viene accolta in un convento e, grazie alla sua intelligenza e caparbietà, diventa la protetta della madre superiora. Il suo cammino la conduce poi alla villa della principessa Brandiforti, dove si renderà indispensabile ottenendo sempre più potere nel palazzo.
Fin dall’infanzia animata da un insaziabile desiderio di conoscenza, di amore e libertà, è disposta a tutto pur di perseguire la sua felicità, senza piegarsi mai alle regole di una società oppressiva e patriarcale a cui sembra predestinata. Questo suo incessante movimento di emancipazione si accompagna a un percorso di maturazione personale e sessuale, che la porta a varcare il confine tra lecito e illecito, conquistando giorno dopo giorno il suo diritto al piacere e alla gioia.

L’ARTE DELLA GIOIA – La recensione
Modesta conquista i suoi scampoli di gioia con modalità discutibili e amorali, ma il personaggio partorito dalla mente di Goliarda Sapienza sembra lanciare la sua sfida a noi che assistiamo alle sue malefatte ammirandone paradossalmente il coraggio: “Prendetevi la vostra libertà e la vostra gioia, non fatevele portare via da nessuno”, è la lettura del suo monito. A vestire magnificamente i panni di Modesta è un’attrice stupenda, Tecla Insolia, perfetta nell’inscenare la drammatica e avventurosa storia di una ragazza che scopre la sessualità e il desiderio di una vita migliore, simbolo della lotta per l’emancipazione dalle leggi dei padroni che hanno già scritto il suo posto nel mondo.

Dalle sue attrici, Valeria Golino riesce a ottenere il massimo, ma bisogna anche dire che era inevitabile con talenti di questa portata: c’è una Jasmine Trinca, nei panni della madre superiora Leonora, che lascia senza fiato incarnando una donna ambigua fra devozione e sensualità (in una sequenza immortalata addirittura come Sant’Agata). C’è Valeria Bruni Tedeschi, irresistibile nella sua cattiveria di principessa annoiata da tutti, attratta solo dalla bellezza e dalla vita agiata del suo palazzo. Quanto fanno ridere le sue battute irrispettose, quanto è disturbante il suo sarcasmo tagliente, dietro i quali si celano una grande solitudine e la tristezza per il sopravvento della vecchiaia. Ma l’intero cast è in stato di grazia, a partire da un Guido Caprino sempre superbo sul set. Non c’è mai forzatura nella recitazione, anzi tutti gli interpreti mettono in scena una maturità artistica che quasi non ha eguali nella serialità nostrana.

La grande forza de L’ARTE DELLA GIOIA, a parte la magistrale scrittura, sono anche le inquadrature curate e la fotografia che valorizza pittoricamente i paesaggi bucolici, i palazzi antichi e i colori della Sicilia: tanto che, durante la visione, può scattare l’istinto di mettere in pausa per goderseli come fossero dipinti. Immagini che fanno da sfondo a una storia appassionante, trasgressiva e sensuale, attingendo a piene mani dal romanzo ma attualizzandolo, restituendo atmosfere, sensazioni e passioni delle pagine di Goliarda Sapienza.
Senza dubbio un’ottima performance di Valeria Golino, che qui raggiunge l’apice della sua carriera dietro la macchina da presa. Non resta che attendere il seguito, prendendoci nel frattempo la nostra gioia come ha fatto Modesta.
VOTO: 4/5
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