di Stefano Di Maria
E’ ambiziosa la serie MIRAGE, ma non raggiunge quello che avrebbe dovuto essere il suo scopo: proporre una spy story offrendo qualcosa di più. La sensazione, al termine del sesto episodio, è di già visto, di mancanza di originalità. Un peccato, perché qualche carta vincente l’aveva. Soprattutto l’ambientazione: Abu Dahbi, una location raramente vista in una serie tv, che ha grandi potenzialità per fare da sfondo a show cinematografici e seriali.
MIRAGE, produzione tedesco-franco canadese, è una storia di spionaggio industriale. La protagonista è Claire, un’esperta di sicurezza informatica il cui marito Gabriel è scomparso durante lo tsunami del 2004 in Thailandia. Quindici anni dopo, sposatasi con un altro uomo e trasferitasi ad Abu Dhabi con lui e il figlio, Claire scorge la sagoma di Gabriel riflessa su un vetro di un ristorante e si mette sulle sue tracce fino a ritrovarlo. Che cosa è successo? Perché si è nascosto per tutto questo tempo? La donna si ritroverà invischiata suo malgrado in un gioco pericoloso, dove tutti spiano tutti, nascondendosi dietro la maschera della normalità quando sono le pedine di un piano in cui la posta in gioco è altissima: una società petrolifera vuol provocare un incidente in una centrale atomica per sconfiggere la società concorrente, che sta sviluppando energie alternative. Claire non saprà più di chi fidarsi (nemmeno dell’ex marito) e arriverà a rischiare la vita pur di stare dalla parte giusta.
Come dicevamo, le potenzialità per una grande serie c’erano tutte, peccato che non siano state sfruttate appieno. La storia è complessa e non aiutano le sofisticate tecnologie spiegate come leggendo un manuale. C’è poi il problema della presenza di attori che non riescono a catturare lo spettatore facendolo legare ai personaggi: non che la recitazione non sia buona, ma non si genera empatia, restando distaccati durante la visione. La scrittura tutto sommato regge, ma la trama è quello che è: appassiona poco e ci sono sottotrame come quella del figlio di Claire e dei suoi amici che non portano nulla di determinante alla storia.
In compenso l’ambientazione nella capitale degli Emirati Arabi è suggestiva, sottolineata da una fotografia che cristallizza i paesaggi desertici, il mare splendido con lo skyline dei grattacieli e la città araba. Ciò non compensa certo l’economia generale della serie, che da come finisce potrebbe riservare una seconda stagione: non ne vale la pena ma, chissà, magari potrebbe essere un’opportunità di riscatto.
MIRAGE, trasmessa da France 2, è stata distribuita questo mese da Sky Serie e può essere recuperata nei pacchetti a pagamento di Sky.
Trovate qui tutte le nostre recensioni:
https://www.ilnotiziario.net/wp/serie-tv/
Clicca qui per la nostra edicola digitale
Per restare sempre aggiornato con le nostre notizie,
puoi iscriverti gratuitamente al nostro Canale Telegram
oppure per i nuovi video pubblicati puoi iscriverti al nostro Canale Youtube