di Stefano Di Maria
Una serie complessa, a tratti confusa, la cui prima metà di stagione rischia di perdere molti spettatori per strada. C’era attesa per MONTEROSSI, la nuova produzione made in Italy di Amazon Prime, con protagonista Fabrizio Bentivoglio. Non si può dire che sia proprio una delusione, fatto sta che non ha rispettato in pieno le aspettative. Di fatto non se ne parla più che tanto.
MONTEROSSI – LA TRAMA
Thriller investigativo con risvolti comici, MONTEROSSI è basato sui popolari romanzi gialli di Alessandro Robecchi “Questa non è una canzone d’amore” e “Di rabbia e di vento” (editi da Sellerio). La serie in sei episodi ruota intorno a Carlo Monterossi, un cinquantenne autore televisivo disilluso che deve il suo successo a programmi trash che detesta. Quando decide di lasciare per sempre il mondo della Tv, viene coinvolto in una misteriosa serie di crimini. Nella sua ricerca incontrerà tanti personaggi eccentrici, qualche cadavere di troppo e alcuni casi davvero incredibili. Detective per caso, per rabbia e per curiosità umana, sempre in bilico tra ironica indolenza e struggimento blues, nella sua ricerca della verità Carlo Monterossi dovrà confrontarsi con una coppia di killer colti e professionali, due zingari in cerca di vendetta, collezionisti e contrabbandieri di souvenir nazifascisti, incredibili scambi di persona, una donna che sembra vissuta più volte e un passato crudele che ritorna e lascia dietro di sé indecifrabili indizi.
MONTEROSSI – LA RECENSIONE
Il ritmo è altalenante e la trama è complicata da una sfilza di personaggi secondari, difficili da ricordare senza una visione tutta d’un fiato. Apprezzabile la parziale ambientazione negli studi televisivi, dove a dominare sono il pianto facile e lo share, ma non avrebbe guastato un maggiore approfondimento. Al netto dei difetti, seppure nelle caratterizzazioni non manchino i cliché, gli attori sono tutti di buon livello (brillano Donatella Finocchiaro e Carla Signoris) e Bentivoglio è come sempre immenso: il suo Monterossi è un uomo buono ma annoiato dalla vita e dalle regole dello star system televisivo. Per certi versi ricorda il protagonista di AFTER LIFE, il Tony di Ricky Gervais, che dice tutto ciò che pensa ma sotto sotto è un buono, pronto a offrire il suo aiuto a chiunque abbia bisogno.
A fare da sfondo alle vicende c’è una Milano dal cielo grigio e dallo skyline che la fa somigliare alle grandi metropoli. Ci sono anche le periferie brianzole e milanesi (come nelle scene girate nel cimitero di Garbagnate), che rendono le avventure di Monterossi più ancorate alla realtà territoriale di questo fazzoletto della penisola.
Non sappiamo se MONTEROSSI avrà una seconda stagione. Di sicuro non se ne sta parlando come ci si aspettava, il che è da attribuire ai suoi limiti.
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