di Stefano Di Maria
C’era molta attesa per la nuova serie NOVE PERFETTI SCONOSCIUTI, con Protagonista Nicole Kidman, sceneggiata da David E. Kelley e tratta da un libro di Liane Moriarty: la stessa squadra di BIG LITTLE LIES, una garanzia. Eppure, visti gli otto gli episodi disponibili su Amazon Prime Video, l’impressione è che lo show targato Hulu sia riuscito solo in parte: siamo lontani dagli standard di quel faro che nel 2017 conquistò il pubblico mondiale, così come dalla miniserie THE UNDOING, sempre con la Kidman e firmata da David E. Kelly.
Il soggetto di NOVE PERFETTI SCONOSCIUTI non è dei più originali, ma ha grandi potenzialità che vengono discretamente sviluppate nel corso degli episodi. Nove persone in crisi esistenziale si ritrovano in un resort per il benessere psicofisico gestito da una guaritrice spirituale, Masha, che a sua volta non è ancora guarita dai traumi del suo passato. C’è una scrittrice che ha perso il successo, un giocatore di rugby caduto in rovina, una coppia che ha vinto la lotteria ed è in crisi esistenziale, due genitori con la figlia che devono superare il suicidio del figlio gemello. Nel primo episodio i personaggi ci vengono presentati mentre raggiungono la struttura immersa nel verde, in California, creando l’attesa per l’entrata in scena della Kidman, che avverrà verso la fine: Masha compare a tutti come fosse una Madonna, avvolta in abiti candidi, i capelli biondi sciolti ai lati del volto. Una visione quasi celestiale che – tra diffidenza e attrazione – stimola i nove perfetti sconosciuti a cominciare il percorso di rinascita interiore: fra sostanze psichedeliche, sedute di analisi, allucinazioni e prove di coraggio nella natura, dovranno liberarsi di tutto il malessere che covano dentro, legandosi l’un l’altro molto più di quanto non potessero immaginare all’inizio.
NOVE PERFETTI SCONOSCIUTI è un drama che sfocia talvolta nella comedy, un po’ horror e con una spruzzata di thriller. Troppe pretese? Può darsi, visto che la storia non convince appieno, ma il cast è eccezionale. Soprattutto Melissa McCarthy e Bobby Cannavale, un’accoppiata che fa scintille. Non sono da meno Michael Shannon, Luke Evans, Regina Hall e Asher Keddie, tutti convincenti nei rispettivi ruoli di persone vittime di se stesse o degli eventi che hanno segnato le loro vite. Curioso è scoprire che anche Masha, interpretata da una sempre brava Nicole Kidman, è traumatizzata dal suo passato, ritrovandosi ad anelare quella stessa guarigione alla quale vuol condurre il suo gruppo.
Carne al fuoco ce n’è, anche se la trama è molto lineare e per nulla complessa: con un buon approfondimento psicologico dei personaggi, si affrontano temi quali l’amicizia, l’elaborazione del lutto e lo smarrimento del senso della vita. Il rischio, però, è di perdere per strada lo spettatore scettico, che non crede al trascendentale.
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