di Stefano Di Maria
THE UNLIKELY MURDERER (Un’improbabile assassino) è una miniserie originale Netflix che racconta uno dei gialli insoluti della storia svedese: l’omicidio, nel 1986, del Premier Olof Palme. Uscito dal cinema con la moglie, fu freddato a colpi di pistola da un uomo che non è mai stato identificato. Un delitto che all’epoca si sussurrava fosse stato architettato dalla Cia per le simpatie che il premier svedese nutriva per la Russia. Lo show ripercorre le fasi delle indagini ma anche la vita privata e la psicologia del maggiore indiziato, Stig Engström: un grafico pubblicitario del tutto insospettabile, ma sul quale col tempo si concentrò la polizia, pur non riuscendo a raccogliere prove sufficienti per incriminarlo. Eppure i suoi comportamenti erano pieni contraddizioni: dichiarò alla polizia di essere un testimone e di avere cercato di aiutare la vittima, quando nessuno lo aveva mai confermato. Addirittura dichiarò alla stampa di essere stato scambiato per l’assassino quando non c’entrava nulla.
Ambientata in una Stoccolma fredda, gelida quanto gli occhi del protagonista, che sembra incapace di provare emozioni, la miniserie è tratta dal libro scritto sulla vicenda da Thomas Petterson, giornalista investigativo. Gli sceneggiatori Wilhelm Behrman e Niklas Rockström, tuttavia, preferiscono spiattellare subito la loro verità: che Engström sia l’assassino di Palme, senza lasciare allo spettatore il beneficio del dubbio. Una scelta discutibile, che rischia per altro di essere controproducente togliendo suspense e interesse alla storia, ma proprio per questo coraggiosa: Behrman e Rockström, evidentemente, non hanno alcun dubbio sulla colpevolezza di Stig, per altro morto proprio quando – a distanza di anni – si stava imbastendo un processo contro di lui, e non hanno voluto fingere un’imparzialità che magari ai loro occhi avrebbe inficiato il risultato.
THE UNLIKELY MURDERER non è una serie facile. E’ lenta e certo inadatta a chi cerca l’azione, ma le indagini sull’omicidio di Palme hanno il loro fascino. Tuttavia non c’è pathos, manca il sentimento. E’ come se la neve che ricopre Stoccolma avesse raggelato anche i cuori dei protagonisti. Emblematica in tal senso la moglie di Stig, con cui ha un rapporto così formale che potrebbero essere quasi due estranei: la loro relazione è distaccata, fatta più di silenzi che di parole, al punto che, quando lei sospetta del marito, si tiene tutti i suoi dubbi e continua a vivere come se nulla fosse.
La miniserie fa un tentativo di approfondimento psicologico sul perché Stig potrebbe essere arrivato a commettere l’omicidio, ma in modo poco convincente: certo ha vissuto un’infanzia di solitudine e di bullismo, ma perché prendersela col premier? Comunque sia, l’interpretazione di Stig Engström, affidata a Robert Gustafsson, è riuscita bene: una prova drammatica importante per questo attore, noto in Svezia per i suoi ruoli comici.
THE UNLIKELY MURDERER, disponibile in cinque episodi di 45 minuti circa, è nel complesso una serie di non facile fruizione, con la pretesa di annoverarsi fra i crime tipici della Scandinavia, ma con dei limiti evidenti.
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