Un’estate fa, recensione: un nostalgico crime fra presente e anni Novanta

di Stefano Di Maria

Ci sono storie che ti restano dentro, che conquistano un posto speciale fra i ricordi seriali: per la loro ambientazione, per l’intreccio e i personaggi. Storie che, dopo i titoli di coda dell’ultimo episodio, non finiscono nel dimenticatoio, anzi fanno parlare di sé a lungo e restano impresse nella mente. UN’ESTATE FA, trasmessa da Sky Atlantic e in streaming su Now Tv, è una di queste: è un tuffo negli anni ’90, che stravolge con la nostalgia chi li ha vissuti e incuriosisce le nuove generazioni, ignare che ci fosse un’epoca in cui si era felici anche senza il culto del bello e lo smartphone. Qui sotto il trailer:

UN’ESTATE FA – LA TRAMA

Lino Guanciale (LA PORTA ROSSA, IL COMMISSARIO RICCIARDI, SOPRAVVISSUTI) interpreta Elio, un 50enne dalla vita che sembra perfetta, con una bella famiglia e un lavoro da avvocato. Quando viene rinvenuto il corpo della ragazza di cui era innamorato da adolescente, Arianna (Antonia Fotaras), tornerà con la memoria a quell’estate del 1990, quando lei sparì misteriosamente durante una vacanza in campeggio che insieme stavano facendo con i loro amici e lui (questa linea temporale interpretato da Filippo Scotti, protagonista del film di Sorrentino “È Stata La Mano Di Dio”) fu trovato in stato confusionale, senza alcun ricordo di ciò che era successo. Più di 30 anni dopo, la polizia ritrova il corpo di Arianna e la scientifica non ha dubbi: la ragazza non è morta accidentalmente, è stata uccisa, ed Elio è in cima alla lista dei sospettati. Sconvolto per la scoperta, Elio ha un incidente in auto, perde i sensi e al suo risveglio si ritrova nel 1990, nell’infermeria del campeggio. Ha di nuovo 18 anni ma la coscienza di un adulto… è un sogno? Sta finalmente recuperando la memoria o sta diventando pazzo? Sa solo che, tra pochissimo, qualcuno in quel campeggio ucciderà Arianna. Si ritrova così a investigare su chi l’abbia uccisa ma anche a cercare di impedire che muoia.

UN’ESTATE FA – LA RECENSIONE

Diciamolo subito: lo spettatore classico storcerà il naso vedendo il protagonista Elio teletrasportarsi nel tempo fino agli anni Novanta, quando c’erano il Calippo, i mondiali diSchillaci, il biliardino, i telefoni a gettoni, le videocassette e le donne disponibili sul Postal Market. In realtà ha un significato alla “Sliding Doors”: che cosa sarebbe successo se il protagonista si fosse comportato diversamente? Arianna sarebbe morta lo stesso oppure lui lo avrebbe impedito? Questi tuffi nel passato sembrano voler ribadire che sono le nostre azioni, le nostre scelte a disegnare il nostro futuro. E che, una volta prese, le nostre decisioni non possono essere cambiate.

Un messaggio di fondo che si percepisce al termine di una storia transgenerazionale con due diverse linee narrative, di una storia a tinte crime con un mistero che si dipana fra il 1990 e il presente, ma anche di amicizia, quella vera, di leggerezza, quella che perdiamo da adulti, e di tanta, tantissima nostalgia.

Perfetta la ricostruzione di quel periodo mitico per gli odierni boomers, per i quali è facile lasciarsi trasportare dai ricordi personali ma anche riconoscersi nei protagonisti adulti, splendidamente interpretati da un cast stellare (ma si difende bene la controparte giovanile). A caratterizzare le atmosfere di quegli anni non può che essere la nostalgica colonna sonora, con una playlist imperdibile – curata da Valerio Errico e Marco De Angelis – che mette in fila le meravigliose hit delle estati di quegli anni: da “Bette Davis Eyes” di Kim Carnes agli a-Ha di “Take on me”, i Depeche Mode di “Enjoy the Silence”, “Amore Disperato” di Nada e, ovviamente, “Un’estate fa”, reinterpretata per l’occasione da Francesca Michielin.

Prodotta da Sky Studios e Fabula Pictures, diretta da Davide Marengo e Marta Savina, creata da Michele Alberico e Massimo Bacchini UN’ESTATE FA è una serie Sky Original in otto episodi che tiene incollati alla poltrona. Dimostrando, al netto di incongruenze di scrittura che sono bazzecole di fronte a un progetto così ben riuscito, quanto potenziale abbia la serialità italiana di qualità.

GIUDIZIO: 4/5

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