“Cerco un qualsiasi lavoro!”. Tempi duri per il mondo dello spettacolo, in crisi da un anno per gli effetti della pandemia Covid-19 con la chiusura al pubblico di sale e rappresentazioni dal vivo. Proprio come nei “Sei personaggi in cerca d’autore”, dramma portato in scena nel 1921 da Luigi Pirandello, così, cento anni dopo, anche i protagonisti delle opere teatrali sono in cerca, questa volta di un’occupazione. L’idea nasce dal collettivo saronnese O.P.E.R.A. (Opere Personaggi E Racconti Annullati) che ha lanciato una campagna creativa in occasione della Giornata del Teatro che si celebra nel mondo oggi, 27 marzo. Obiettivo: riaccendere i riflettori sulla situazione del mondo artistico e dei teatri italiani ancora chiusi.
Il designer Matteo Scolari, 30 anni, e la copywriter Federica Amadio, 26, hanno raccolto le storie e “i curriculum” dei personaggi teatrali più illustri e li hanno affissi per le vie della “città degli amaretti” come se cercassero disperatamente un lavoro. “Loro – è scritto nel progetto – si sono ritrovati senza identità e senza attori che li riportino in vita sul palco”. Dallo “studente fuori corso ma con grandi doti analitiche” Amleto ai “due giovani esperti di problem solving veronesi“ Romeo & Giulietta, da Cyrano a Mirandolina fino a Pulcinella: i protagonisti di drammi e commedie che hanno fatto la storia del teatro mondiale gettano la maschera, scendono dai palcoscenici vuoti e si mettono alla ricerca di un impiego.
«La fantasia – ragiona Matteo – per poter tornare in vita ha bisogno di un essere umano che legga la storia. Come nel libro “La Storia Infinita” così anche i personaggi teatrali, per poter esistere, devono tornare ad essere visti nella realtà». La fruizione degli spettacoli culturali trasmessi in streaming non può rimpiazzare quelli dal vivo. «Le persone hanno bisogno del teatro, delle sue storie, dei personaggi. – dice Federica – Pensiamo a tutto quello che ci insegna un’opera o una canzone, fanno solo parte non solo del nostro bagaglio culturale ma anche della nostra identità e formazione».
Secondo recenti dati della Siae – Società Italiana degli Autori ed Editori – i dati per lo spettacolo dal vivo nel 2020 sono drammatici: 70 percento di eventi in meno con conseguente calo di ingressi e di introiti. La crisi delle scene ha portato i lavoratori dello spettacolo a manifestare ad ottobre nella “protesta dei bauli” in Piazza Duomo a Milano e il 22 febbraio scorso con l’iniziativa “Facciamo luce sui teatri”, un’illuminazione simbolica delle sale avvenuta anche a Bollate e a Saronno. «Non ci capacitiamo del fatto che non si sia nemmeno provato a trovare il modo per aprire i teatri – denuncia Federica – considerando lo spazio e tutte le norme anti-contagio ci sembra veramente una follia che si sia data la possibilità ad alcune categorie di riprendere l’attività mentre ai lavoratori del teatro no».
In sofferenza è però tutta l’industria del divertimento: ieri il ministro della Cultura ha annunciato lo stanziamento di 11 milioni di euro destinati agli operatori dei circhi e degli spettacoli itineranti, una “realtà in enorme sofferenza per le quali si è operato sin dall’inizio della pandemia e che continuano ad avere bisogno di sostegni” ha spiegato Franceschini. Il Teatro Giuditta Pasta di Saronno ha deciso di appoggiare l’iniziativa del collettivo O.P.E.R.A. con la possibilità – per chi volesse – di fare una donazione simbolica sul sito del teatro. «Da saronnesi siamo partiti dalla nostra città – dicono Federica e Matteo – non ci aspettavamo un riscontro positivo così ampio. Ci auguriamo di estendere il progetto anche ad altri comuni».
Claudio Agrelli
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