Il Pot di Bollate sarà una delle destinazioni dei malati di coronavirus in uscita dalle terapie intensive. Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Sanità, Giulio Gallera, spiegando che sono in fase di allestimento in questi giorni nuovi reparti per garantire assistenza alle persone che hanno contratto il virus Covid 19. In particolare, Bollate è una delle destinazioni individuate per i malati in terapia sub-intensiva, ovvero quelli in uscita dalla terapia intensiva in seguito ad un miglioramento delle loro condizioni di salute.
Già da qualche giorno, all’interno del Pot (Presidio operativo territoriale) di Bollate sono in corso dei lavori negli ex reparti di terapia intensiva e nelle ex sale operatorie, per allestire una ventina di posti letto.
Lo stesso Gallera ha spiegato che si sta lavorando per allestire reparti di terapia intensiva provvisori all’interno di grandi spazi, come ad esempio quelli della Fiera di Milano. Un passaggio che sarà però subordinato alla disponibilità di macchinari, in particolare i ventilatori polmonari, per i quali sono già partiti gli ordinativi.
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“Ad oggi -ha riferito l’assessore Gallera- abbiamo 466 pazienti in terapia intensiva, solo lunedì ne avevamo 440. Il trend consolidato dice che ogni giorno si aggiungono tra i 20 e i 30 pazienti in terapia intensiva. Nei 10 giorni compresi tra il 28 febbraio e l’8 marzo siamo passati da 57 a 400 pazienti in terapia intensiva: un aumento del 700% in soli 10 giorni” Questo nonostante già dal 23 febbraio fossero attive misure di contenimento del virus, ndr .
“Quindi, se nei prossimi 10 giorni il trend dovesse confermarsi, come plausibile, allora il 19 marzo noi avremo 1.200 pazienti in terapia intensiva senza riuscire ad avere, in terapia intensiva, 1.200 posti letto. Che si fa a quel punto? Questo calcolo è in linea con la simulazione prodotta dall’Università di Trento. E si inserisce in un contesto nel quale abbiamo, già oggi, 3.319 ospedalizzati, 500 in più di quanti ne avessimo lunedì. Tutte persone che hanno bisogno di stare in ospedale 5-6 giorni”.
Tra i pazienti dimessi dall’ospedale perchè fuori pericolo c’è anche il parroco di Caronno Pertusella (LEGGI QUI L’ARTICOLO)
Intanto, mentre sono sempre di più i negozi che hanno deciso autonomamente di chiudere, in attesa delle decisioni del Governo sulle richieste di Lombardia e Veneto che spingono per misure ancora più restrittive, continuano i controlli delle forze dell’ordine sulle strade per evitare spostamenti non giustificati.
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