La storia di Daria, giovanissima profuga ucraina accolta a Bollate, che ora studia alla Scala. La danza ha vinto sulla guerra.
A Bollate sono arrivati un centinaio di nuclei familiari di profughi dall’Ucraina, nuclei che sono composti da una, due, tre o più persone ciascuno.
La nostra comunità si è dimostrata aperta e solidale in un modo esemplare, proprio come Chiara e la sua famiglia con Daria, profuga ucraina.
Chiara e suo marito hanno dato disponibilità all’accoglienza al Consolato ucraino, poi è arrivata una richiesta da un sacerdote dell’Opera Don Calabria.
La fuga in auto fino in Romania, l’accoglienza dai religiosi e, alla fine, l’Italia e Bollate, nella villetta della famiglia di Chiara.
La mamma fa la traduttrice e sta già cercando lavoro, ma la storia forse più bella in questo dramma è quella della figlia, Daria, giovane profuga ucraina, accolta a Bollate, che ora studia alla Scala.
La bambina era una bravissima studentessa di danza classica a cui le bombe russe volevano strappare il sogno di crescere in questo meraviglioso campo.
Invece questa volta la cattiveria non l’ha avuta vinta, l’Accademia di danza classica della Scala di Milano ha accolto la bimba, dove adesso può proseguire i suoi studi e tener vivo il suo sogno.
Un bellissimo sogno che, in questo momento molto difficile, può portare solo speranza per il futuro e ci ricorda l’importanza di uno dei valori più importanti, la solidarietà, in tutte le sue forme.
Le comunità locali, non solo a Bollate, stanno portando avanti tantissime iniziative di solidarietà nei confronti della popolazione ucraina.
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