
Sono coinvolti anche due politici bollatesi nell’indagine della Magistratura su presunti giri di denaro non regolari da parte della Lega.
Si tratta del deputato di Bollate Fabio Boniardi, che è anche assessore comunale a Garbagnate e dell’assessore regionale Stefano Bruno Galli, originario di Bollate anche se non abita più qui.
Dalle prime informazioni circolate attraverso una nota dell’Ansa, la magistratura sta indagando su 450mila euro che sarebbero transitati da Banca Aletti all’ ‘Associazione Maroni presidente’ e da questa girati su alcuni conti riconducibili alla Lega.
Questo è ciò che avrebbero accertato gli uomini della Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta sul riciclaggio di parte dei 49 milioni di fondi della Lega.
Secondo le ipotesi degli inquirenti, i 450mila euro, tramite Stefano Bruno Galli, sarebbero formalmente stati utilizzati per acquistare del materiale a sostegno della campagna elettorale della Lega ma in realtà non sarebbero stati mai stati spesi e sarebbero rientrati in altri conti correnti, riconducibili al partito.
Coinvolta nell’indagine sarebbe anche la società ‘Boniardi Grafiche’, che sarebbe appunto riconducibile al deputato leghista bollatese Fabio Massimo Boniardi, mentre la seconda, la ‘Nembo srl’, ha cessato le attività a luglio scorso.
In sostanza, sembrerebbe intendersi da queste prime informazioni che la Boniardi Grafiche, che realizza numerosi lavori per la Lega, non avrebbe mai incassato realmente parte dei 450mila euro che formalmente le sarebbero stati destinati.
L’inchiesta è stata aperta due anni fa, ma solo ora sono scattate le perquisizioni nella sede dell’associazione Maroni Presidente, di cui Stefano Bruno Galli è il numero uno e per questo è rimasto coinvolto.
Si tratta però delle prime informazioni circolate in queste ore; occorre capire quali siano le reali responsabilità.
Siamo riusciti a contattare l’onorevole Fabio Boniardi il quale ha precisato di non essere indagato ma “persona informata sui fatti”.
Boniardi ha inoltre confermato la visita della Guardia di Finanza in azienda a raccogliere documentazione, aggiungendo che “Il lavoro oggetto dell’indagine è stato eseguito e regolarmente pagato con dei bonifici bancari”.
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