
Sono in auto, è domenica, sto percorrendo una stretta strada di Garbagnate. All’improvviso l’auto davanti alla mia si ferma. L
’autista – un uomo di una certa età – tira giù il finestrino, saluta calorosamente una signora che sta camminando sul marciapiede, poi i due si mettono a parlare visibilmente sorridenti.
Io dietro, fermo col motore acceso ad aspettare. Alla fine l’uomo invita la signora a salire in auto con lui, lei raggiunge la portiera del passeggero, sale e finalmente, dopo un minuto abbondante, si riparte. Io avrei potuto essere arrabbiato o nervoso, invece riparto felice.
Sì, felice e contento di essere Italiano. Perchè? Perché una scena del genere si può vivere solo nel nostro Paese.
Ve lo immaginate un tedesco o un inglese o anche un francese che si ferma con l’auto in mezzo alla strada per salutare una persona senza preoccuparsi di bloccare tutto il traffico?
Impossibile, impensabile. Noi invece lo facciamo, perché abbiamo un livello di valori diverso dagli altri: per noi l’ordine e la disciplina vengono dopo l’amicizia.
Scene come quella che ho vissuto domenica sono nel nostro Dna: noi Italiani siamo un popolo capace di spontaneità e rapporti umani, gente che parla tanto, si apre facilmente agli altri e agita le mani per esprimersi perfino con il corpo.
Abbiamo tanti difetti, certo, ma pure dei pregi che sono preziosi e dobbiamo difenderli.
E allora… se domani vi capita che qualcuno fermi il traffico per salutare una persona, non suonategli il clackson, sorridete e pensate che, in fondo, è bello essere fatti così.
Piero Uboldi
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