Ignazio Marino, forse, poteva essere un buon sindaco per Roma se avesse potuto governare per 5 anni e poi, magari, per altri 5. Marino era un medico chirurgo, famoso per essere stato il primo in Italia ad aver effettuato un trapianto su un soggetto sieropositivo; era prestato alla politica, ma era troppo fuori dagli schemi politici, forse troppo fuori anche da Mafia Capitale perché non risultasse pericoloso. Così ecco saltar fuori magicamente gli scontrini delle cene e poi le accuse.
Tutti noi a deriderlo, a insultarlo sui social, a metterlo alla gogna sulla stampa. Eppure lui, se vi ricordate bene, non voleva dimettersi. Sì, perché era convinto di non essere un ladro, continuava a dire che i ladri erano altrove. Ma ha dovuto dimettersi a furor di popolino. Poi è stato assolto, ma intanto ha dovuto andarsene.
Ora mi chiedo: siamo contenti di aver fatto tutto quel can-can mediatico? Siamo sicuri che una persona accusata debba essere immediatamente messa alla gogna? Siccome il mondo è dei furbi, io temo invece che i furbi (a volte malfattori) stiano usando questa focosità di noi Italiani: vogliono far fuori uno? Ecco che gli costruiscono addosso delle accuse e il gioco è fatto.
E la magistratura, di fronte alle accuse, non può far altro che indagare. Ma poi assolve. Come ha assolto Roberto Cota, governatore del Piemonte, che ha dovuto dimettersi, come ha assolto Guido Bertolaso, ex capo della Protezione civile, che aveva dovuto farsi da parte.
Piero Uboldi
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