Il Corriere Mercantile, storico quotidiano di Genova fondato nel 1824, lunedì è uscito con la prima pagina completamente bianca, con il solo titolo: “Così muore un giornale”. Il suo direttore Mimmo Angeli, presidente della cooperativa di giornalisti che da ben 36 anni cerca di mandare avanti questo quotidiano, ha commentato con estrema amarezza questa situazione, spiegando che la loro è una cooperativa vera, che ha pieno diritto ad avere i finanziamenti dello Stato, ma che purtroppo in questi anni ha dovuto dividerli con troppe cooperative solo in apparenza vere, che hanno prosciugato i fondi. Poi lo Stato ha tagliato tali contributi a tutti, senza andare a scavare per vedere chi ne avesse realmente diritto e chi no, e così oggi le cooperative vere di giornalisti muoiono.
Noi del Notiziario sin dall’inizio abbiamo rifiutato l’idea di chiedere finanziamenti pubblici e perciò oggi possiamo dare un parere oggettivo e imparziale. E sapete che cosa vi diciamo? Che Mimmo Angeli ha ragione, ha dannatamente ragione. Lo Stato elargisce soldi senza fare controlli approfonditi, così l’Italia dei furbi (anzi, dei ladri!) ne approfitta, raccoglie denaro e fa morire chi ne avrebbe davvero diritto e bisogno. E’ la solita vergogna all’italiana: tutti zitti finchè ci sono le vacche grasse, finchè ci sono soldi per tutti, poi, quando i soldi cominciano a scarseggiare, ecco che saltano fuori le tragedie. La colpa di Mimmo Angeli e del Corriere Mercantile è quella di aver denunciato la situazione solo oggi: se lo avesse fatto prima, forse oggi quel giornale si salverebbe. Se noi tutti avessimo la coscienza civile di denunciare le malefatte, l’Italia sarebbe un Paese diverso. Invece si sta zitti finchè il grasso cola. E quando il grasso finisce, si muore.
Piero Uboldi
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