Alcuni giorni fa, entrando in un negozietto, ho sentito il profumo delle matite. Sì, avete presente quando si temperano le matite e dal legno esce quel profumo particolare? E' il profumo che si sentiva una volta entrando in tante cartolerie, una sensazione che purtroppo oggi si è quasi del tutto persa: è difficile entrare in un negozio e percepire lo stesso odore, pardon, profumo. Entrando in quel piccolo negozio, ho fatto come un salto nel passato a quando quelle sensazioni erano per molti di noi normali.
Oggi non è più così, oggi tante cose sono cambiate. Queste parole non vogliono essere nostalgiche, ma semmai un'occasione per riflettere: il progresso ci ha portato molti benefici, ma forse, insieme all'acqua sporca, abbiamo gettato via anche il bambino. Forse la frenesia della corsa al futuro, dell'incolonnarci verso i centri commerciali facendo morire i piccoli negozi, ci ha tolto qualcosa di prezioso: siamo così convinti che sia bello avere tutti i negozi raccolti in un'unica grande struttura e, in cambio, vedersi spegnere le vetrine nelle nostre vie sotto casa? No, credo proprio di no. Il negozio sotto casa fa parte della nostra vita, della nostra cultura, quei commercianti sono persone come noi, che lavorano lungo una strada, esposte ai capricci del clima e della gente, persone degne di rispetto, perchè ogni commerciante ama davvero il suo lavoro, la sua bottega, piccola o grande che sia. E se noi fossimo più intelligenti e lungimiranti, faremmo in modo che quelle luci lungo le strade non si spengano più. Ma per farlo c'è un solo modo, lo sappiamo tutti.
Piero Uboldi
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