L’Italia, lo sappiamo tutti, è un Paese molto indebitato, ossia il nostro Stato ha debiti con i cittadini italiani e con gli investitori stranieri per un ammontare di oltre duemila miliardi di euro. Un debito enorme, certo, che è superiore di oltre il 130% rispetto al Pil, ossia alla ricchezza che il nostro Paese produce in un anno. E peggio sta la Grecia, in proporzione: il suo debito è “solo” di 315 miliardi, ma è pari al 180% del suo Pil. Noi da settimane leggiamo sui giornali e sentiamo in tv le acrobazie che si stanno facendo per cercare di salvare la Grecia dal crack finanziario, tuttavia c’è qualcosa che non quadra. E’ bene sapere, infatti, che Grecia e Italia sono Paesi quasi virtuosi ed esemplari se li confrontiamo col resto del mondo: gli Stati Uniti hanno un debito drammatico, secondo le ultime stime pubblicate dal Sole 24 ore è pari al 270% del Pil; il colosso Cina è messo ancor peggio, ha circa 25mila miliardi di debito, all’incirca il 280% del suo Pil. Il record però va al Giappone: il debito pubblico secondo alcuni studi sarebbe pari al 400% del Pil!
Il dato globale dell’intero pianeta è ancor più incredibile: il debito pubblico mondiale ammonta al 300% del Pil, il che significa che l’Italia e la Grecia sono davvero dei Paesi quasi virtuosi.
Allora viene da chiedersi: perché tutto questo accanimento dell’Europa su di noi (ai tempi del governo Monti) e sulla Grecia oggi? E’ vero, la Germania ha un debito basso (attorno al 70%), ma l’economia mondiale in questi ultimi anni è cresciuta proprio attraverso l’indebitamento. L’Europa, invece, vuole andare controcorrente. E’ la strada giusta o forse aveva ragione chi, vista ormai la situazione globale, chiedeva con forza di cambiare politica?
Piero Uboldi
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