
Il Natale si avvicina, speriamo che possa essere un Natale da vivere pienamente, non come l’anno scorso. Natale è religiosità, ma anche calore familiare e scambio di doni. Secondo me, però, i doni devono arrivare da persone che ci vogliono bene, non da fornitori, clienti o “interessati vari”, perché quello non è lo spirito del Natale.
Io sono direttore del Notiziario da 21 anni e da 21 anni mi batto per non ricevere nessun regalo di Natale da politici, imprenditori e soprattutto uffici stampa: non li voglio, che risparmino i soldi e li usino per pensare a qualche caro a cui vogliono bene. Perchè il mio lavoro non si baratta né con i soldi né con un regalo e se qualcuno stima il lavoro (faticoso, credetemi) che faccio, mi basta ricevere una mail o uno Whatsapp e io sarò felice. Proprio come sono sempre pronto, se sbaglio (perchè tutti sbagliamo ogni tanto), a sedermi faccia a faccia, parlarne e chiedere scusa, se è il caso.
I regali di Natale, secondo me, devono contenere affetto, calore familiare o calore amicale. Voi mi direte che un regalo si può fare anche per riconoscenza verso un cliente, per stima verso un collega, per ossequio verso una personalità… E’ vero, avete pienamente ragione, usate pure questa regola, ma non verso chi la pensa come me.
A Natale, dunque, tanti bei regali da parenti e amici, ma da tutti gli altri il regalo più bello è solo uno: la stima. Quando me la merito, ovviamente.
Piero Uboldi
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