Quest'estate sono andato alcuni giorni all'estero portandomi dietro una copia del Corriere della Sera. Avendo fatto un lungo viaggio in treno, me la sono letta tutta, fino all'ultimo articolo. In un angolino ho trovato un trafiletto che mi ha fatto molto riflettere.

Il titolo era: “Blitz contro i nudisti: 'Infedeli, andrete all'inferno'”. Il breve articolo narrava che in Germania un gruppo di giovani islamici, al grido “Allah akbar”, ha compiuto un blitz in una spiaggia di nudisti minacciandoli e insultando pesantemente le donne; l'articolo spiegava poi che questo è soltanto l'ultimo episodio di una lunga serie.
Ho riflettuto molto su quella notizia: noi rimaniamo colpiti dagli attentati terroristici e dalle minacce dell'Isis ma, se è vero quanto riportava il Corriere, qui sta accadendo qualcosa di ben più preoccupante: l'Europa oggi è senza dubbio il continente più civile e culturalmente progredito, tollerante e aperto più di ogni altro, e questo è un bene. Ma l'integrazione non c'è. Io non sono un nudista, ma, se siamo in un continente libero, perché un nudista non dovrebbe essere libero di attuare, laddove consentito, la sua filosofia?
Certo, non bisogna fomentare l'odio contro gli islamici, perché è ciò che vorrebbero certi radicalismi, ma non è neppure ammissibile che si debba rinunciare alla propria libertà per assecondare proprio chi è radicalizzato.
Piero Uboldi
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