Un giornale non dev’essere strumento di pressione politica o economica, dev’essere strumento d’informazione. Sembra una considerazione banale, ma mi pare che sempre più spesso non sia così. Laddove si utilizza un giornale per ottenere potere o per condizionare l’opinione pubblica, lo si vincola a una logica del “dare e avere” e in tal modo perde autonomia. E, se perde autonomia, perde credibilità, alla lunga i lettori se ne accorgono, si sentono traditi e lo abbandonano. In Italia sono numerosi gli esempi di stampa legata, più o meno palesemente, alle logiche e agli interessi di lobby o di gruppi di potere e non è un caso che la perdita di lettori qui da noi sia più accentuata che altrove: la gente ha sempre meno fiducia nella stampa e, purtroppo, molte persone fanno di tutta l’erba un fascio e vedono il giornalista come opportunista servo del potere.
Per fortuna la stampa locale si salva da questa visione, non perché i giornalisti locali siano più bravi degli altri, ma perché scrivono di una realtà che i lettori vedono ogni giorno con i loro occhi, per cui è impossibile cercare di manipolarla senza essere scoperti. Per questo io amo la stampa locale, per questo i giornali locali stanno assumendo sempre più importanza nel panorama della stampa italiana. Il merito non è nostro, è vostro, perché chi si informa leggendo un giornale locale è una persona attenta, che non si fa prendere in giro e che, prima di polemizzare su Facebook o su Twitter, legge, ragiona e pondera.
Piero Uboldi
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