I nostri comuni non hanno più i soldi neppure per asfaltare le strade. Lo sappiamo tutti ormai, lo vediamo appena saliamo in auto o, peggio, camminiamo a piedi tra buche e affossamenti dei marciapiedi. Non ci sono più soldi perché i vari governi negli ultimi anni hanno tagliato le risorse ai comuni in modo drammatico: ormai i sindaci per governare senza tagliare i servizi ai cittadini devono fare miracoli. Se i governi avessero applicato gli stessi tagli anche ai loro ministeri, oggi l’Italia avrebbe un bilancio sano. Invece hanno tagliato molto ai comuni e poco a se stessi.
I sindaci credevano che, dopo anni di massacro, i tagli fossero finiti, invece l’ex sindaco Renzi ha candidamente detto loro che il nuovo “Def” prevede altri sacrifici per le nostre comunità. Ma che bello! Ci sono voragini di spese nei ministeri che non vengono tagliate e noi cadiamo nelle voragini dei marciapiedi. In mezzo a questa tristezza, però, c’è una nota positiva e importante: per la prima volta, infatti, il governo vuole tagliare le risorse in base ai “costi standard”. Che cosa vuol dire? Che fino a oggi si è tagliato in modo indiscriminato a tutti, d’ora in poi (si spera) i tagli verranno fatti soprattutto ai comuni spreconi, ossia a quelli che, per ogni servizio, spendono di più rispetto al “costo standard” deciso a Roma. Fino a oggi i tagli ai comuni assomigliavano alla “decimazione” che facevano i romani in guerra, speriamo che adesso, finalmente, si tagli solo a chi gestisce male i suoi soldi. E sarebbe ora.
Piero Uboldi
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