Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell’omicidio di Senago, è di Paderno Dugnano. L’indiscrezione è trapelata all’indomani del ritrovamento del cadavere di Giulia Tramontano, la compagna uccisa al settimo mese di gravidanza.
Alessandro Impagnatiello è di Paderno. Il sindaco: è cresciuto tra noi
“Anche noi siamo una comunità sotto choc come quella di Senago. Quella mano capace di un omicidio così orribile è cresciuta qua”. Il sindaco Ezio Casati dedica un pensiero a Giulia Tramontano durante il suo discorso in occasione della festa della Repubblica. “Tutto quello che come Amministrazione comunale e associazioni dobbiamo fare è l’educazione al rispetto, ai ruoli e valori che troppo spesso retoricamente annunciamo, ma praticamente li teniamo lontani. Ora non può più essere così”, ha detto Casati. Poche ore prime, anche il primo cittadino padernese ha preso parte al presidio che si è tenuto attorno alla panchina rossa di Senago. Intanto, emergono dettagli sulla vita del barman di 30 anni legato a Paderno Dugnano.
L’infanzia e le scuole a Calderara, poi il trasferimento a Senago e l’omicidio
In queste ore in tanti stanno riavvolgendo il nastro dei ricordi tornano agli anni ’90. Il periodo in cui la famiglia Impagnatiello viveva a Calderara. In questo quartiere è cresciuto Alessandro: le scuole elementari alla don Milani, le medie alla Croci e le superiori all’istituto Gadda, dove si è diplomato in ragioneria. In molti hanno recuperato foto di classe di quegli anni per avere la certezza che l’omicida sia proprio quella persona di cui avevano ricordi offuscati. A Paderno vive la sua famiglia di origine e fino a pochi anni fa anche lui aveva una sua casa a Dugnano. Poi è avvenuto il trasferimento nella casa di via Novella a Senago.
Omicidio di Senago, per il gip non c’è premeditazione
Nella stessa abitazione, dove – secondo la sua testimonianza e i vari indizi raccolti dai carabinieri – è avvenuto l’omicidio di Giulia Tramontano, 29 anni. La stessa casa dove il barman ha accoltellato più volte la ragazza per poi tentare di disfarsi del cadavere bruciandolo. Un castello di bugie che è crollato davanti agli indizi che mercoledì sera sono stati accertati: tracce di sangue, ricerche su internet su come far sparire un corpo, tabulati e telecamere. Ma per il gip questi non sarebbero elementi da far ipotizzare la premeditazione. Questo è l’ultimo aggiornamento: dopo la convalida dell’arresto al San Vittore di Milano, Alessandro Impagnatiello, cresciuto a Paderno, deve rispondere di omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza senza consenso. “Non reggevo più lo stress delle due relazioni, ecco perché ho ucciso”, ha detto durante l’interrogatorio.
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