“Potremmo chiedere negozi chiusi tutto il giorno per contenere il diffondersi del coronavirus”. Sono le parole dell’assessore alla Sanità di Regione Lombardia, Giulio Gallera. Così commenta le più recenti restrizioni introdotte a livello nazionale dal premier Giuseppe Conte nel giorno in cui gli italiani contagiati sono quasi 9mila. Da poche ore l’Italia intera è diventata zona rossa o per usare le parole del premier “zona protetta“. In tutto lo stivale sono attive le stesse restrizioni: scuole chiuse, divieto di ogni tipo di assembramento, bar e ristoranti chiusi dopo le 18. L’appello è quello di restare a casa. Gli spostamenti dovranno essere motivati da comprovate ragioni i lavoro, casi di necessità e motivi di salute (leggi qui l’articolo).
“Ora c’è una consapevolezza della gravità, ma deve portare a un inasprimento delle misure in vigore in Lombardia a partire dalla chiusura 24 ore su 24 di tutti i negozi a eccezione di quelli che vendono prodotti di prima necessità come alimentari e farmacie”, commenta l’assessore Gallera. Dello stesso avviso è anche il governatore lombardo Attilio Fontana: “Un passo necessario ma, temo, ancora insufficiente. I numeri della Lombardia e del resto del Paese ci dicono che il contagio è in continua espansione“.
Domenica è stata la giornata più nera da inizio dell’emergenza. All’ultimo bollettino di lunedì 9 marzo sono 5.469 i lombardi positivi al coronavirus, cioè 1.280 del giorno prima. Il virus dilaga anche nel Nord Milano, dove a Sesto San Giovanni è sotto isolamento anche un bambino di 5 anni. Il 22% delle persone in terapia intensiva ha più di 75 anni, il 37% ha tra i 65 e i 74 anni e il 33% ha tra i 50 e i 64 anni. L’8% ha tra i 25 e i 49 anni.
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