Il Coronavirus ha fatto terminare in anticipo l’esperienza di studio a tre giovani studenti universitari limbiatesi. Andrea Caronni, Anna Cirillo e Nicola Amarena, sono rientrati martedì dalla Cina dopo quasi sei mesi trascorsi in un campus universitario di un piccolo paese del nord. Studenti del corso di laurea in Comunicazione interculturale, studiano la lingua cinese ed è per questo che hanno scelto di seguire un progetto Erasmus in Cina. Non si aspettavano una conclusione di questo tipo.
Il virus che dalla Cina minaccia la sanità mondiale, ha iniziato a diffondersi nell’ultimo giorno del 2019, ma loro ne avevano ben poche notizie ufficiali. Le autorità sanitarie cinesi, hanno reso nota la presenza di un focolaio di sindrome febbrile, con polmonite di origine sconosciuta, tra gli abitanti di Wuhan, nella Cina centro-meridionale. Questo li ha costretti a tornare a casa mentre le città chiudevano tutti i punti di interesse turistico.
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“Il primo di febbraio saremmo comunque dovuti rientrare- racconta Andrea Caronni- ma abbiamo dovuto anticipare a causa della diffusione del virus. Eravamo in giro per la Cina, c’eravamo presi a partire dal 15 gennaio qualche settimana per visitarla, ma dopo una settimana a Shanghai abbiamo capito che qualcosa non andava quando sulla metropolitana praticamente tutti portavano una mascherina. Noi non leggevamo i giornali e qualche notizia ci arrivava dall’Italia, ma non avevamo certamente capito la gravità della situazione. Abbiamo cercato anche noi delle mascherine, ma erano praticamente esaurite, volevamo proseguire il nostro viaggio che da mesi stavamo organizzando.
A Pechino, il nostro albergo, che avevamo prenotato fino al 28 di gennaio, il 27 con un cartello ha annunciato la sua chiusura, contestualmente tutti i luoghi di interesse turistico sono stati chiusi e non abbiamo potuto far altro che prendere un aereo per tornare nel nostro campus. L’Università però, a quel punto ci ha comunicato che per noi era meglio, per questioni di salute, rientrare direttamente in Italia. Non avevamo però con noi tutti i nostri bagagli, eravamo in giro con lo zaino in spalla e abbiamo pensato di rientrare velocemente per riprendere i nostri bagagli e di contattare il Consolato per chiedere come dovevamo muoverci”. Con i tre limbiatesi c’erano altri 17 ragazzi dell’Università Bicocca di Milano che sono rientrati prima dal loro viaggio.
“Sull’aereo ci hanno misurato la febbre, una nostra compagna a causa della tosse è andata all’ospedale Sacco di Milano ed è stata trattenuta per accertamenti, così come un’altra amica che ha avuto febbre alta, già però dichiarata un’influenza di tipo B non preoccupante. Io sto bene, ho qualche linea di febbre ma il mio medico mi ha visitato e mi ha detto di non preoccuparmi. Mi spiace essere partito prima senza aver potuto salutare nessuno”.
Daniela Salerno
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