Lavora al Sacco di Milano, quello che è già stato ribattezzato come infermiere killer. Una storia choc i cui contorni non sono ancora pienamente a fuoco e che coinvolge tre Comuni: Garbagnate, Limbiate e Paderno Dugnano. In quest’ultima città era presente La vita in diretta in collegamento per ricostruire che cosa sia successo nell’ospedale Salvini di Garbagnate.
E’ qui che l’infermiere avrebbe ucciso lo zio della fidanzata. Non come professionista, ma come parente dell’87enne in fin di vita nel reparto di terapia intensiva. Il pensionato di Paderno Dugnano è morto lo scorso 10 ottobre, ma solo da poche ore è scattato l’arresto per il 49enne. La svolta è arrivata il 22 del mese, quando lui è stato fermato in aeroporto a Linate. Per gli inquirenti si tratterebbe di un tentativo di fuga. “Si sa pochissimo di questo infermiere, dicono sia bravo e in grado di maneggiare il macchinario a cui era attaccato lo zio acquisito. Lui era andato lì con la volontà di ucciderlo”, ha detto Lucilla Masucci a La Vita in diretta in collegamento dalla piazza del Comune di Paderno. Il programma di Rai Uno ha incontrato il medico a cui sono venuti i sospetti su quella morte e ha fatto partire l’indagine: “Era un malato terminale e verosimilmente sarebbe morto”, sostiene il medico. “Aveva una polmonite a focolai multipli che creava difficoltà respiratorie. L’eccessiva sedazione nelle giornate del 9 e 10 ci ha allarmato e abbiamo voluto verificare”.
In quei giorni l’anziano ha ricevuto la visita del fidanzato della nipote, quello che ora per tutti è l’infermiere killer. “E’ difficile pensare a un errore umano”, dice il medico riferendosi a quell’eccesso di sedazione. Ancora c’è una risposta in sospeso: perché sarebbe stato messo in atto questo piano diabolico? I possibili moventi per la procura sono due: l’eredità che sarebbe andata anche alla fidanzata dell’infermiere e l’altro un gesto caritatevole. Ma è vicina la svolta che dovrà chiarire l’entità dell’eredità patrimoniale. E ancora c’è da chiarire la posizione della nipote intanto l’infermiere di Limbiate rimane ai domiciliari.
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