
Scuole chiuse, l’ultimo “colpo di scena” (per il momento) è arrivato ieri sera, domenica 7 marzo, intorno alle 19, quindi a circa 12 ore dalla ripresa dell’attività didattica (in Dad o in presenza) e riguarda la questione dei figli di lavoratori essenziali. Una nota che avrebbe dovuto chiarire il tema su cui da venerdì si stanno confrontando centinaia di istituti scolastici e che sta creando enormi problemi in particolare alle piccole scuole paritarie presenti numerosissime in Lombardia.
Ebbene, la nota del Ministero dell’Istruzione pubblicata ieri sera, la n. 10006 del 7/03/2021, che avrebbe dovuto fornire chiarimenti, in realtà chiarisce poco.
La nota, si limita infatti a ribadire quanto prevede il Dpcm 2 marzo 2021, senza entrare nel merito, esplicitamente, della questione dei lavoratori appartenenti a categorie “essenziali”.
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Vengono riportate le indicazioni riguardanti le attività didattiche a seconda della colorazione delle zone, ma non si fa alcun riferimento diretto alla necessità, contemplata invece dalla nota 343/2021, emessa appena 3 giorni, prima, ovvero il 4 marzo che, richiamando la precedente del 5 novembre 2020, chiedeva di garantire anche “la frequenza scolastica in presenza… degli alunni e studenti figli di personale sanitario o di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano ritenute indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della popolazione”.
Secondo alcuni siti specializzati sulla scuola, come sinergiediscuola.it. “La non menzione di queste categorie di lavoratori sembrerebbe quindi escludere questa ultima possibilità, limitando la scuola in presenza ai laboratori, agli alunni con Bes e agli alunni disabili”.
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