Sono migliaia i visitatori che, arrivati dal Bollatese e dal Saronnese, lo scorso fine settimana hanno preso d'assalto la “Sagra del Cinghiale” di Caronno Pertusella, ma pochi sanno che dietro questo evento di successo c'è una vicenda che ha creato non pochi problemi ai promotori (Gli Scalmanati).
Il giorno prima dell'inizio della manifestazione, che si concluderà questa domenica, negli stand allestiti al parco di via Avogadro c'è stata una sgradita sorpresa: hanno compiuto un'ispezione l'Asl e la Guardia Forestale, che hanno evidenziato il divieto di vendere e consumare carne selvatica durante le feste. “Ma non c'è stata alcuna mattanza, alcun massacro di cinghiali – ha assicurato Luca Gallelli, dell'associazione Gli Scalmanati – Le foto pubblicate dalla stampa locale si riferivano alla caccia al cinghiale degli anni scorsi. Abbiamo presentato fatture e cartellini che attestano l'acquisto da un allevatore, dimostrando così che quella che si mangia qui non è carne selvatica e pertanto è commercializzabile”.
Intanto la Lav Lega Anti-vivisezione di Saronno e Rho ha chiesto la sospensione della sagra: “La legge Nazionale sulla tutela della fauna selvatica – spiega l'associazione – vieta a chiunque di commercializzare fauna selvatica morta, non proveniente da allevamenti, nelle sagre o manifestazioni di carattere gastronomico. Invitiamo pertanto le istituzioni a non dare più spazio a queste iniziative”.
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