di Stefano Di Maria
Arriva su Sky e in streaming su Now CHRISTIAN, una serie che dimostra una volta di più – se mai ce ne fosse bisogno – la grande qualità delle produzioni commissionate da Sky Studios per l’Italia. Uno show ben recitato, con una scrittura che dà grande spazio all’approfondimento psicologico dei personaggi e una regia che non lascia nulla al caso, concentrandosi non solo su protagonisti e comprimari ma anche sull’ambientazione: i palazzoni di un quartiere di periferia della capitale, che sembrano fare da contraltare al quartiere di Scampia in GOMORRA.
LA TRAMA
In un quartiere desolato della periferia romana, Christian si guadagna da vivere facendo l’unica cosa che sa fare: menare. Lo fa per il boss locale, Lino, una sorta di fratello adottivo maggiore perché cresciuto con la stessa donna, Italia. Quest’ultima ora soffre di Alzheimer e vive con Christian che bada a lei. Un giorno, a Christian iniziano a far male le mani e a sanguinare: sono delle stimmate, anche se lui, coatto di periferia, non se ne rende conto. Le stimmate diventano presto un problema, anche perché gli impediscono di fare il suo lavoro, quello di “menare le mani”. Finché, proprio attraverso le mani, comincia a salvare le persone. La prima è una tossica del quartiere, Rachele, che rischiava di morire di overdose, la quale si attacca a lui per invitarlo a cambiar vita, visto che a quanto pare può curare la gente. I poteri di Christian attirano l’attenzione di Matteo, un postulatore del Vaticano ossessionato dal trovare qualcuno i cui poteri taumaturgici siano veri. Ma, soprattutto, il grande potere di Christian attira l’attenzione di Lino: non solo perché Christian non può più fare il suo lavoro, ma perché Christian salva le persone, e questo potrebbe minare le basi del suo regno.
LA RECENSIONE
CHRISTIAN affronta il tema della violenza nei rioni difficili, dove impera la microcriminalità, aggiungendo il supernatural, che mina il potere del boss fino alle più estreme conseguenze. Mostra come possono cambiare gli equilibri di un clan non per vendetta, manie di grandezza o rivalità, ma quando in gioco c’è il voler fare del bene. Sta qui la grande forza di questa serie, che contrappone il male al bene in un contesto nel quale non siamo abituati a vederli rappresentati. Il tutto è raccontato in modo credibile, così come ne IL MIRACOLO di Niccolò Ammaniti, con cui lo show ha in comune sangue e fede.
Il cast ha fatto un grande lavoro. Fa scintille la coppia Edoardo Pesce (vincitore del David di Donatello per il film “Dogman”), e Silvia D’Amico (appena vista in A CASA TUTTI BENE), qui estremamente convincente nel ruolo della tossica. Giordano De Plano (“Padrenostro”, “La terra dell’abbastanza”, “Paz!”) è il boss Lino, che riesce a condensare nel suo personaggio profondità emotiva, crudeltà e perfino tenerezza. Immensa Lina Sastri nella parte della madre di Christian, così come Claudio Santamaria dà corpo e anima nei panni dell’emissario del Vaticano.
Diretto da Stefano Lodovichi – anche produttore creativo – e Roberto Saku Cinardi, CHRISTIAN è un supernatural-crime drama da non perdere. Sperando in una seconda stagione.
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