di Stefano Di Maria
Ancora una volta l’ultima produzione Sky ha fatto centro: DOMINA racconta finalmente in modo diverso un periodo dell’antica Roma, concentrandosi sulle donne e narrando le vicende con il loro sguardo, secondo il loro punto di vista. In un panorama seriale in cui abbondano le serie storiche sull’Impero Romano, c’era davvero bisogno di un prodotto che si distinguesse: DOMINA ci riesce in pieno, attualizzando vicende di duemila anni fa facendoci riflettere sul ruolo della donna nella società (in particolare nella politica) e su quanto convenga agli stessi uomini non spegnere le potenzialità dell’altro sesso, anzi favorirle.
Lo aveva ben compreso Gaio Ottaviano, che aveva lasciato suo malgrado alla moglie Livia Drusilla decidere le sorti di Roma da dietro le quinte. Aveva capito che era una mente fine, di grande intelligenza, che sapeva anticipare le mosse degli avversari a beneficio del consorte e della famiglia. Quel che non sapeva è che Livia lo aveva sposato per ristabilire in realtà la repubblica. Sono loro i protagonisti assoluti di questa imperdibile serie che prende il via dopo l’assassinio di Giulio Cesare per mano di Bruto e Cassio. Quando la sua famiglia va in rovina per mano di Gaio, il futuro imperatore Augusto, e dei suoi accoliti, Livia lascia il marito Nerone e riesce a conquistare il cuore del nemico: Gaio accetterà di sposarla, divorziando a sua volta, e di accogliere in casa propria i suoi due figli. Da quel momento Livia diventerà la donna più potente di Roma, il cui destino dipenderà dai suoi consigli e dalle sue manovre politiche. Tutt’attorno ci sono le altre donne, che subivano molto meno di quanto si pensi il ruolo attribuito loro dagli uomini: fare figli, occuparsi della casa e accettare il divorzio quando non avrebbero più potuto procreare; in realtà erano molto di più e pretendevano molto di più, quasi precedendo di duemila anni il femminismo contemporaneo.
In DOMINA la verità dei fatti è pienamente rispettata, certo romanzata ma senza troppa fantasia. Anche la figura della protagonista, Livia Drusilla, è ben scritta e delineata sotto ogni sfaccettatura. Perfette anche le ricostruzioni storiche dello scenografo Luca Tranchino: la serie è stata girata negli studi di Cinecittà, con un’attenzione certosina ai dettagli delle dimore romane e ai costumi firmati dal premio Oscar Gabriella Pescucci. L’interpretazione di Livia è forse la prova più riuscita per la brava Kasia Smutniak (reduce dall’altro successo targato Sky DIAVOLI, in coppia con Alessandro Borghi): a suo agio nei panni della vera imperatrice romana, è a tratti commovente, a tratti fiera, ma anche imperturbabile e senza scrupoli mentre orchestra e concretizza i diabolici piani politici destinati a cambiare le sorti di Roma. Al suo fianco, nel ruolo di Gaio Ottaviano, c’è Matthew McNulty, mentre a interpretare il padre di Livia, Marco Livio Druso Claudiano, è Liam Cunningham). A sorpresa, c’è anche un cameo di Isabella Rossellini.
Produzione italo-britannica, creata da Simon Burke, con la regia di Claire McCarthy, David Evans e Debs Paterson, DOMINA è disponibile in otto episodi di 50 minuti nei Sky Box Sets e Now.
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