di Stefano Di Maria
Direttamente dalla Norvegia, si è dispersa nel catalogo Netflix GANGS OF OSLO, una serie che meriterebbe molta più attenzione: sia per la realtà estremamente attuale che racconta, la guerra fra bande in una città più compromessa a livello criminale di quanto si creda, sia per come affronta i temi dell’amicizia e dei ragazzi disagiati che possono seguire la strada peggiore. Ecco la nostra recensione, che speriamo possa – nel nostro piccolo – contribuire a sollevare il velo su questa perla scandinava incomprensibilmente passata sotto silenzio.
GANGS OF OSLO – La trama
Un giovane poliziotto, Moaz, deve fare i conti con il suo passato criminale quando si trova a indagare sul suo migliore amico d’infanzia, Rami, diventato lo spietato capo di una gang. Fino a che punto è disposto ad arrivare pur di fare il suo dovere nella task-force appositamente creata? Quanto sarà influenzato dalla vecchia amicizia e dai ricatti di Rami?
Tutt’attorno ruotano i membri della banda dedita allo spaccio di droga da un lato, i poliziotti che lavorano con Moaz dall’altro.
GANGS OF OSLO – La recensione. Ritmo serrato alternato a momenti di profonda introspezione
Come scrivevamo all’inizio, GANGS OF OSLO (un titolo che, per marketing commerciale, richiama il celebre GANGS OF LONDON di Sky) ha il merito di affrontare il tema dell’amicizia compromessa dalle diverse strade scelte nella vita, che possono incrociarsi con l’effetto di una detonazione. Emir Zamwa è perfetto nei panni di Moaz, un uomo travagliato e sotto pressione, che rischia il lavoro e la famiglia perché costretto dall’amico d’infanzia a fargli da spia sui blitz programmati dalla task-force contro la sua banda.
Altro argomento affrontato sono i rischi che corrono i ragazzini delle periferie degradate, reclutati da bande che li sfruttano per i loro scopi facendoli sentire più amati e considerati delle loro famiglie. Moaz rivede se stesso da bambino in un minorenne entrato nella banda di Rami senza nemmeno rendersene conto, per gioco e per noia, e farà di tutto per salvarlo da un destino di violenza e morte.
GANGS OF OSLO è caratterizzata da ottimi interpreti, da una regia dal ritmo serrato, sostenuto dall’ottima colonna sonora di Tommy Tee, che si alterna a momenti riflessivi e di forte introspezione, con ambientazioni nelle periferie urbane di una città che ha un male nascosto, tutto da scoprire. Aveva fatto altrettanto SNABBA CASH, ambientata a Stoccolma.
GIUDIZIO: 3/5
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