di Stefano Di Maria

E’ INVENTING ANNA il nuovo fenomeno di Netflix, da un mese al primo posto della Top Ten. Non poteva andare diversamente: la prima serie firmata da Shonda Rhimes per il colosso dello streaming ha l’impronta vincente di tutti i suoi lavori (da GRAY’S ANATOMY a SCANDAL), un mix di sentimenti e intrighi sempre ancorati alla realtà, all’attualità.
INVENTING ANNA è la storia di Vivian, una giornalista che indaga sul caso di Anna Delvey, leggendaria erede tedesca di Instagram che, oltre a rubare i cuori dei protagonisti della scena sociale di New York, ruba anche i loro soldi. Anna è la più grande truffatrice di New York o è semplicemente il nuovo ritratto del sogno americano? In attesa del processo a suo carico, l’erede forma un oscuro e divertente legame di amore e odio con Vivian, che sfida il tempo per risolvere il più grande mistero che affligge New York: chi è davvero Anna Delvey? La serie si ispira all’articolo di Jessica Pressler, anche produttrice dello show, “How Anna Delvey Tricked New York’s Party People”, pubblicato sul New York Magazine.
Diciamolo subito: i nove episodi sono lunghissimi, del minutaggio che supera ampiamente anche l’ora, il che potrebbe scoraggiare qualche spettatore. Ma vi garantiamo che – una volta entrati nell’intrigante storia raccontata da Shonda Rhimes – non vi accorgerete del tempo che passa. Il merito è della scrittura accattivante, del montaggio dal ritmo frenetico, delle ambientazioni glamour in cui New York è protagonista con le sue gallerie d’arte, i ristoranti stellati, gli hotel di lusso, i grattacieli con gli uffici che contano…
La carrellata di personaggi, ispirati a coloro che hanno conosciuto Anna raccontando di lei alla giornalista Vivian, è rappresentata in modo convincente, credibile: tutti bene interpretati, tengono viva l’attenzione. La protagonista Julia Garner (OZARK, DIRTY JOHN) è perfetta nel ruolo di Anna, che le sembra cucito addosso. Si ama e si detesta, seppure certi delle sue bugie rischiamo di darle il beneficio del dubbio: oltre alle amiche le diamo una chance anche noi spettatori, reagendo alle sue malefatte come se anche noi facessimo parte del suo cerchio magico. Una prova ben riuscita anche per Anna Chlumsky (VEEP – VICEPRESIDENTE INCOMPETENTE), nel ruolo di Vivian che scava nel passato della falsa ereditiera: è disposta a tutto pur di redimersi dalla fama di cattiva giornalista con questo scoop, cui si dedica giorno e notte, anche se incinta e consapevole di mettere a dura prova la pazienza di un marito pur sempre amorevole.
INVENTING ANNA mostra come sia possibile che una truffatrice riesca a ottenere i suoi scopi, anche se solo fino a un certo punto, facendo leva sul peggior difetto dei newyorkesi: l’attaccamento ai soldi e al lusso, il miraggio di sempre maggiori successi e ricchezze. Chi stava vicino ad Anna Delvey ne è rimasto così ammaliato da non distinguere i suoi veri fini, credendo alle sue favole. Ad altri, invece, faceva comodo crederci, cogliendo indizi delle sue bugie e mettendoli sotto il tappeto.
Ma tirare la corda è rischioso e Anna ha commesso l’errore di esagerare, di volere troppo, proprio come le persone di cui si circondava. Brava Shonda Rhimes, bravi tutti. Applausi.
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