
di Stefano Di Maria
Se siete abbonati a NowTv vi consigliamo un titolo poco pubblicizzato ma che merita di essere segnalato a chi cerca perle nel mondo seriale: ISIS – LE RECLUTE DEL MALE (Titolo originale THE STATE). Produzione britannica di Archery Pictures, è una miniserie in quattro episodi andati in onda su National Geographic nel 2017 ma che è possibile recuperare nei pacchetti di Sky.
Regista e sceneggiatore del progetto è Peter Kosminsky, che ha voluto raccontare le storie vere di quattro reclute dello Stato Islamico: uomini e donne che hanno lasciato l’Inghilterra per unirsi alla causa della Jihad. Jalal vuole seguire le orme del fratello, morto martire; Ziyaad si è lasciato convincere da lui; Shkira vuole servire lo Stato facendo la dottoressa; Ushana è un’adolescente che si è radicalizzata su Internet.

Ciò che vuole indagare Kosminsky è come sia possibile che persone che conducono una vita normale, con le comodità e le libertà del mondo occidentale, decidano di trasferirsi in Siria per unirsi all’Isis. A dire il vero se c’è una pecca è proprio la mancanza di un antefatto, di flashback che raccontino e spieghino proprio tale percorso. Comunque sia, seguendo le vicende dei quattro protagonisti in Siria, ci rendiamo conto che sono accomunati dal desiderio di riempire un vuoto esistenziale, dedicandosi a una causa di cui si sentono parte in quanto musulmani ma senza essere granchè consapevoli di ciò a cui vanno incontro. Si nota, per esempio, dalla tristezza e dai dubbi nello sguardo del soldato Jalal, che non riesce ad accettare la brutalità dell’Isis e tanto meno a tagliare teste. Anche dalla sofferenza di Shkira, che non immaginava quanto fossero sottomesse le donne in Siria, al punto che deve sposarsi per praticare la sua professione o anche solo fare la spesa; solo quando vedrà la trasformazione di suo figlio, preparato a essere un combattente a soli dieci anni, prenderà consapevolezza dello sbaglio commesso.
ISIS – LE RECLUTE DEL MALE è ben girata, con interpretazioni credibili e ambientazioni che rispecchiano la realtà di oggi in Siria, Paese martoriato e distrutto dalla guerra. Merito delle ricerche e della meticolosità con cui la produzione ha lavorato, un intero anno, al fine di rendere il più possibile attinente alla realtà la ricostruzione. Al punto che, per le numerose scene di violenza, la visione è consigliata solo a un pubblico adulto. Certo non condividiamo le polemiche innescate dalla stampa inglese all’uscita della serie, asserendo che incitava al fanatismo religioso. In realtà è il contrario: quel che cerca di dimostrare l’autore è quanto il fanatismo sia spinto da un’ideale del tutto irrazionale, rivelandosi per quello che è: pericoloso e deviante.
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