di Stefano Di Maria
Dopo la grande anteprima italiana tenutasi il 2 ottobre a Roma, Netflix ha riportato sullo schermo il ladro gentiluomo più ricercato della Francia con la terza parte di LUPIN, disponibile dal 5 ottobre. Creati da George Kay, diretti da Ludovic Bernard, Podz (Daniel Grou) e Xavier Gens, in questi nuovi sette episodi, prodotta da Gaumont, Omar Sy tornerà nel ruolo di Assane Diop al fianco di Ludivine Sagnier, Antoine Gouy, Soufiane Guerrab e Shirine Boutella.
LUPIN Parte 3 – LA TRAMA
Assane ora è in clandestinità e deve imparare a vivere lontano dalla moglie e dal figlio. Le sofferenze che lui stesso ha causato lo spingono a tornare a Parigi con una folle proposta: abbandonare la Francia e ricominciare da capo altrove. Ma gli spettri del passato sono sempre dietro l’angolo e un ritorno inatteso sconvolgerà i suoi piani.
LUPIN Parte 3 – La recensione. Una stagione adrenalinica ma sospendete l’incredulità
Non si conosce noia guardando anche questa terza parte di LUPIN. E’ adrenalinica, piena di colpi di scena, ma anche sentimentale e ironica. Chi conosce la serie, però, sa bene – a differenza di quando ha debuttato – che la storia è fumettistica, improbabile, surreale: insomma, bisogna continuare a tenere sospesa l’incredulità. Perché se talvolta la realtà supera la fantasia, qui è di sicuro il contrario: è la fantasia a superare la realtà, ma di gran lunga.
Su questo potremmo aprire un capitolo: è tutto impossibile in LUPIN. Non si capisce la facilità con cui ci si possa imbucare in una festa governativa, millantandosi generale o addetto al catering, arrivando addirittura a entrare nell’ufficio del Ministro dell’Interno per aprire la sua cassaforte. Né è immaginabile sfidare le forze di polizia annunciando giorno, ora e luogo di una rapina.
Ma LUPIN è quello che è: puro intrattenimento che ci fa ammirare la genialità del protagonista (dunque degli autori): Riesce sempre a emulare le gesta raccontate nei libri del famoso ladro, riuscendo anche meglio di lui, con la Francia che sta dalla sua parte così come visto con la banda de LA CASA DI CARTA in Spagna. E’ come se un ladro di questo calibro, che sfida le istituzioni e i più ricchi, riscattasse il popolo, che non ha voce e vive con poco o ai margini.
L’interpretazione di Omar Sy è ineguagliabile. E’ perfetto nel ruolo del ladro gentile, ironico, innamorato, pronto a tutto per raggiungere i suoi obiettivi e proteggere la sua famiglia. Il suo Lupin ci fa divertire, ridere e commuovere come forse nessun altro attore avrebbe potuto fare.
Non resta che attendere la parte 4, cui ha aperto le porte l’ultima scena. Del resto il successo è garantito: già il giorno successivo al rilascio dei sette episodi, LUPIN è saldo in testa nella top ten di Netflix.
GIUDIZIO: 3/5
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