di Stefano Di Maria
Una serie vivace, piena di ritmo, divertente e ricca di sorprese. Si presenta così LUPIN – SULLE ORME DI ARSENIO, la cui prima parte composta da cinque episodi è stata pubblicata da Netflix questo mese. In attesa della seconda parte, che proseguirà sulla scia di un cliffhanger che lascia in sospeso la storia sul più bello, non si può che promuovere a pieni voti questa nuova produzione del colosso dello streaming. Merito di un lavoro di squadra che non lascia nulla al caso: dallo script alla fotografia, dalla regia al cast concorrono tutti a un’opera d’intrattenimento di grande qualità, anche se fine a se stessa e senza la pretesa di chissà quale messaggio o morale di fondo.
Chi si approccia a LUPIN nella convinzione che sia il racconto del famoso ladro gentiluomo, tuttavia, resterà deluso. Ma anche sorpreso. Fin dal suo prologo la serie mostra tutte le sue carte: non è Lupin il protagonista ma un uomo che gli somiglia molto, forse anche più delle trasposizioni cinematografiche e dei cartoni animati sul famoso personaggio uscito dalla penna di Maurice Leblanc.
Al centro della vicenda c’è Assane, interpretato dall’Omar Sy del film “Quasi amici”, qui altrettanto divertente e ironico. Cresciuto col mito di Arsenio Lupin da quando il padre gli regalò il libro (che lui regalerà a sua volta al figlio), vivrà di espedienti, dimostrandosi un grande trasformista e abile manipolatore capace di mette a segno le più incredibili truffe. Come quella che dà il via al pilot: il furto della collana appartenuta alla Regina Maria Antonietta e conservata al Louvre. Lo storytelling principale di questo ladro gentiluomo, moderno Lupin, è il piano per vendicare la morte del padre Babakar, accusato e condannato ingiustamente di avere rubato la collana alla potente famiglia Pellegrini.
Ne esce il ritratto di un uomo che non può fare a meno di vivere le sue avventure di ladro truffatore, nelle quali si trova sempre a suo agio perché questa è la sua natura. Ma anche di un marito e padre devoto, seppure la sua storia familiare sia andata a rotoli per le sue continue assenze, i contrattempi, il mistero che aleggia attorno a quello che non è un vero lavoro. Omar Sy è perfetto nel ruolo di Assane, dominando ogni scena con la sua verve, la sua esuberanza e sicurezza di sé. Impossibile resistergli.
Non resta che attendere la seconda parte di questa prima stagione, finita di diritto in pochi giorni ai primi posti della classifica italiana di Netflix.
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