di Stefano Di Maria
Amazon Prime cerca di fare concorrenza alla prolifica Netflix sul fronte delle storie young-adult rilasciando una serie originale che sta facendo discutere: PANIC, produzione americana tratta dal romanzo di Lauren Oliver, che ne ha curato soggetto e sceneggiatura. Diciamolo subito: non siamo di fronte a qualcosa di indimenticabile, ma a uno show che vuole intrattenere e ci riesce benissimo. Aprendo una riflessione, pur con tutti i suoi limiti, sui giochi pericolosi che si stanno sempre più diffondendo nel mondo giovanile, spie di un disagio e di un senso d’inadeguatezza davvero preoccupanti. In tal senso la scritta che compare all’inizio e alla fine di ogni episodio invita i ragazzi a non imitare i protagonisti e a rivolgersi a centri di ascolto in caso di bisogno. Deve però piacere il genere, altrimenti il rischio di mollare la storia è dietro l’angolo.
La vicenda è ambientata in una cittadina del Texas, dove ogni anno, alla fine della scuola, gli studenti che lasciano il liceo partecipano a Panic, un torneo di giochi e prove di coraggio che mettono a rischio la vita. Il tutto gestito da un gruppo di misteriosi giudici. Stavolta il premio è di 50mila dollari, che permetterebbe al vincitore di lasciare il paese per trasferirsi finalmente altrove. Sono in tanti a desiderarlo e così i concorrenti non mancano, fra cui la protagonista Heather, con una famiglia disastrata. Una presenza costante, per tutti i concorrenti, sono i fantasmi dei fidanzati morti nel gioco l’anno prima, ragione per cui la polizia vuole impedire che si torni a giocare. Finché le indagini porteranno a un giro di scommesse.
In PANIC nessuno è come sembra: tutti nascondono qualcosa, segreti inconfessabili che potrebbero rovinare vite e amicizie; mossi dall’interesse personale, alcuni sono disposti a qualunque cosa per ottenerlo. Per fortuna c’è chi si salva, dal gioco pericoloso e da questo mondo privo di morale, ma a quale prezzo? Fra colpi di scena e un ritmo serrato, la serie non dà tregua, pur perdendosi nelle storie personali invece di privilegiare le prove di coraggio, sino al finale imprevedibile quanto improbabile.
Gli attori, quasi tutti sconosciuti, sono convincenti e ben calati nella parte. La scrittura non è male, quasi mai scontata, ma l’intreccio è a tratti confuso. Oltretutto non manca qualche vuoto narrativo, con personaggi che improvvisamente spariscono dopo essere stati al centro del racconto. E appare poco credibile che, di fronte a un gioco che può uccidere, a indagare siano lo sceriffo e due soli poliziotti, che si sono per altro lasciati sfuggire i primi assembramenti studenteschi per assistere alle competizioni iniziali. Insomma, PANIC è una serie un po’ sopra le righe, che bisogna prendere per quello che è: un prodotto senza pretese particolari, da vedere e dimenticare subito dopo. Dieci gli episodi di circa 40 minuti, disponibili su Amazon Prime Video. Forse ci sarà una seconda stagione, ma anche se così non fosse non ci strapperemo i capelli.
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