di Stefano Di Maria
Una visione adrenalinica, che emoziona e coinvolge come raramente ha saputo fare una produzione Netflix. SENNA, la miniserie che racconta le gesta del tre volte campione del mondo di Formula 1, ha centrato in pieno l’obiettivo di far rivivere nei cuori di tutti noi – anche di chi non ha mai seguito lo sport delle auto da corsa – il grande pilota che nella sua carriera si era distinto per tenacia e ambizione. Ma pure per le sue battaglie per la sicurezza dei piloti e le politiche della Fia che giudicava discutibili.
Qui sotto il trailer
SENNA – Gioie e dolori del tre volte campione del mondo di Formula 1
Nel corso di sei episodi, SENNA racconta per la prima volta gli ostacoli, gli alti e bassi, le gioie e i dolori di Ayrton, esplorando la sua personalità e le sue relazioni.
Si parte dall’inizio della carriera automobilistica del tre volte campione del mondo di Formula 1, quando si trasferisce in Inghilterra per gareggiare nella Formula Ford, fino al tragico incidente di Imola, durante il Gran premio di San Marino nel 1994.
SENNA – La recensione
La serie Netflix è un biopic che si distingue anzitutto per il notevole sforzo produttivo, che c’è e si vede dalla prima all’ultima sequenza. La narrazione della vita personale e delle imprese sportive di Senna è perfetta: dalla messa in scena delle competizioni sui circuiti delle auto da corsa alla fotografia, che passa dai colori accesi delle movimentate città brasiliane a quelli più spenti delle città dove Ayrton ha gareggiato (come a sottolineare il divario fra le sue origini e quel mondo in cui era stato catapultato dalla sua passione per le corse). La svariata gamma di attori che brillano nei panni dei familiari di Senna e dei reali piloti, tecnici e responsabili di scuderia, si affianca al protagonista Gabriel Leone. Lo avevamo già apprezzato nelle tre stagioni di DOM, serie biopic di Amazon Prime sulla vita di un incredibile ladro tossicodipendente di Rio de Janeiro e del suo complesso rapporto col padre poliziotto: in SENNA supera se stesso, dimostrando un talento che – ne siamo certi – lo porterà molto lontano. E’ impressionante nel ruolo del pilota, lasciando trasparire in ogni scena la dedizione che ci ha messo nel mostrarlo in tutte le sue sfaccettature: soprattutto nel suo amorevole rapporto coi genitori, che lo hanno sempre sostenuto.
E’ chiaro che, come in tutte le produzioni biografiche, non tutto è successo davvero: per esempio il rapporto con Laura, la giornalista che nella serie segue Ayrton in tutta la sua carriera. Un personaggio, interpretato dalla bella e brava Kaya Scodelario, già vista in THE GENTLEMAN di Netflix, che rappresenta il controverso rapporto di Senna con la stampa.
Il montaggio è scattante (belle le scene che alternano le auto da corsa ai ricordi dei go-kart guidati dal pilota quand’era bambino), la scrittura non conosce noia e anche le situazioni più emozionanti non sono mai scontate o melense.
Ne esce il ritratto di un uomo che, a differenza di tanti altri famosi sportivi, non era mai caduto nell’eccesso e aveva avuto poche relazioni, profondamente legato alla famiglia e al popolo brasiliano (in sua memoria i genitori hanno creato una fondazione che si è occupata dell’istruzione di 30 milioni di bambini poveri). Un campione a cui nessuno ha regalato nulla, che ha fatto immensi sacrifici per raggiungere i suoi obiettivi, fiero e determinato nel combattere le ingiustizie.
GIUDIZIO: 4/5
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