di Stefano Di Maria
Quando una serie si identifica nel protagonista, pesando completamente sulle sue spalle, i personaggi di contorno – seppure bravi – non riescono a emergere, restano nel limbo del loro ruolo marginale. Paradossalmente, più di loro spiccano l’ambientazione e l’atmosfera che si respira. E’ il caso di THE WOMAN IN THE WALL, imperdibile titolo rilasciato da Paramount+, la cui protagonista è la Ruth Wilson di LUTHER e THE AFFAIRS. Un’attrice eccezionale, che qui presta il suo talento per una storia che inizialmente sembra un mistery che sfiora il soprannaturale, per rivelarsi poi una serie di denuncia sociale, saldamente ancorata alla realtà della Chiesa irlandese.
THE WOMAN IN THE WALL – La trama
La serie rilasciata da Paramount+, prodotta da Bbc, è ambientata fra Dublino e Kilkinure, un paese immaginario dove vivono alcune donne sopravvissute all’inferno delle Magdalene, le case gestite da suore che “accoglievano” le ragazze madri o quelle ritenute di facili costumi, rinnegate dalle famiglie: proprio come nel Medioevo venivano considerate streghe da mettere al rogo, in queste strutture venivano schiavizzate e maltrattate da sadiche suore che le facevano lavorare nelle lavanderie procurando loro ferite psicologiche laceranti.
E’ con quelle ferite che la protagonista di THE WOMAN IN THE WALL, Lorna Brady, deve fare i conti da adulta, costringendosi a non dormire perché soffre di attacchi di sonnambulismo nei quali danneggia tutto ciò che è religioso o abbia a che fare con le Magdalene. Trovato inspiegabilmente il cadavere di una donna nella sua casa, Lorna lo mura e inizia un percorso di ricerca della figlia, dubbiosa che quando abbia partorito sia realmente morta come le avevano raccontato le suore. Scoprirà così un’orrenda verità.
THE WOMAN IN THE WALL – La recensione
A rendere ancora più sconvolgente la vicenda è che i fatti sono reali. Le case Magdalene, frutto di una mentalità bigotta e retrograda inimmaginabile in terra d’Irlanda, avevano operato fino al 1996, portando via i figli a migliaia di ragazze per darli in adozione. La serie, che si dipana fra il presente e i flashback dei maltrattamenti subiti, vuole denunciare la vicenda come già aveva fatto l’ottimo film “Magdalene” del 2022, di Peter Mullan, ma in chiave dark e mistery, con un’introspezione psicologica che difficilmente si è vista in una serie televisiva.
Ruth Wilson, come scrivevamo all’inizio, è maestrale nel ruolo di Lorna, trasformandosi completamente rispetto alla femme fatale che ha impersonato in passato: qui la vediamo leggermente ingobbita, minuta, con le occhiaie e i lineamenti del volto devastati dalla sofferenza e dalla mancanza di sonno. E’ perfetta nel restituire allo spettatore la psicologia di una donna in cerca di verità e giustizia, vittima delle sue ossessioni e visioni ma con la giusta lucidità per cercare e trovare risposte alle proprie domande. A farle da spalla è un attore che buca lo schermo, Daryl McCormack, nella parte del detective Colman che indagherà con lei sulle Magdalene, coinvolto emotivamente perché nato proprio in una di quelle case.
A spiccare in THE WOMAN IN THE WALL sono le location, cristallizzate da una fotografia che cattura i colori delle distese verdi dell’Irlanda e del mare, contrapponendo la bellezza della natura selvaggia al grigiore umano delle Magdalene. Da non perdere.
GIUDIZIO: 4 su 5
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