Nei giorni scorsi due notizie hanno suscitato la nostra attenzione: la prima è stata la drammatica uccisione del ragazzo italiano andato in Gran Bretagna a cercare fortuna, ammazzato a botte al grido razzistico “ci rubi il lavoro!”; la seconda è che l’Italia non è più l’ottava potenza industriale al mondo, poiché la Russia ci ha superato: siamo noni.
Due notizie molto diverse tra loro, ma strettamente collegate, poiché sono l’una la conseguenza dell’altra: l’Italia un tempo lottava per essere la quinta potenza industriale, ora veleggiamo attorno al decimo posto. Una volta gli stranieri venivano da noi a cercare lavoro, a-desso arrivano i disperati sui barconi mentre sono i nostri giovani, tantissimi, a cercare lavoro all’estero. Ma noi che cosa facciamo per questi giovani che partono e se ne vanno? Noi che giustamente salviamo la vita ai migranti che arrivano con i barconi, che cosa facciamo per i molti, moltissimi nostri ragazzi che stanno andandosene dall’Italia perchè qui non trovano lavoro? Avete mai sentito parlare il Governo di qualche legge che li aiuti e che li tuteli, perchè non vadano allo sbaraglio o non rischino di finire ammazzati? Mai. Eppure sono decine e decine di migliaia. Va bene pensare ai migranti, ma un popolo deve pensare innanzitutto ai suoi giovani, se no che popolo è?
Piero Uboldi
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