“L’Italia rinasce con un un fiore”… ma anche con gli abbracci. Come nello spot del regista Giuseppe Tornatore sulla campagna di comunicazione per la vaccinazione anti-Covid 19, così gli abbracci riempiono il centro anziani ‘Corte Cova’ a Caronno Pertusella. La struttura gonfiabile, inaugurata la settimana scorsa, permette ai 43 ospiti della Rsa di incontrare da vicino i propri parenti senza il rischio di contagio. “Ci vediamo quasi come fosse dal vivo – racconta la figlia di un ospite – possiamo guardarci e toccarci da vicino, prima dal vetro non ci si sentiva neanche”. La stanza degli abbracci è un gonfiabile con all’interno una plastica e dei manicotti. “Vedere il parente che riesce ad inserire le mani – commenta la direttrice amministrativa della Rsa, Susanna Cattaneo – ad accarezzare, a sentire il calore dell’ospite è un’emozione fortissima”.
Nella casa di riposo cittadina, ormai dall’inizio della seconda ondata, erano state vietate le visite dei parenti anche dietro il vetro (sistema adottato in estate): un trauma per gli anziani, che non potevano più vedere i familiari se non attraverso i mezzi tecnologici. Prima di Natale, l’amministrazione comunale ha deciso di utilizzare per questo progetto i fondi statali stanziati per affrontare l’emergenza. “L’idea è partita dalla cooperativa che gestisce la Rsa Casa Cova – ricorda il sindaco di Caronno Pertusella, Marco Giudici, abbiamo deciso di finanziare questo progetto, siamo contenti anche perché sappiamo essere pienamente utilizzato”. E sulla campagna di vaccinazione in città aggiunge: “Siamo ancora in attesa che l’Ats ci dia indicazioni in merito. Abbiamo dato l’autorizzazione ad utilizzare alcune strutture comunali, come la scuola ‘Dante Alighieri’ (attualmente non utilizzata) e mobilitato la protezione civile locale”. Sempre in dicembre una ‘stanza degli abbracci’ era stata inaugurata nella Rsa di Bollate.
Intanto sul fronte dei contagi ieri si sono registrati 18 nuovi casi tra Saronno e Caronno Pertusella: in totale 1.235 caronnesi sono stati contagiati dall’inizio della pandemia.
Claudio Agrelli
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