di Stefano Di Maria
Dalla Turchia arriva una di quelle serie che ricorderemo, ben lontane dal finire in quel dimenticatoio che è l’immenso catalogo Netflix. Stiamo parlando di AMBIZIONE, show che si distingue per qualità e impegno nell’affrontare temi estremamente attuali: dalle conseguenze dell’uso sbagliato dei social network alla contrapposizione fra vecchie e nuove generazioni, dalla mancanza di scrupoli nel raggiungere i propri obiettivi sul lavoro (che per taluni può travalicare il confine dell’amoralità) alla deontologia nel giornalismo, che per certi professionisti resta ancora una missione.
AMBIZIONE – LA TRAMA
Asli è una stagista della redazione del programma televisivo di approfondimento giornalistico la cui regina incontrastata è Lale Kiran. Asli nutre nei suoi confronti un amore-odio che la porta a essere disposta a tutto pur di raggiungere la sua posizione, al punto da volerla distruggere e arrivare persino a desiderare la sua morte. La contrapposizione fra le due viene descritta da una voce fuori campo con la similitudine del leone, che crede di essere invincibile, e l’uccello che – restando invisibile – dalla sua posizione privilegiata può mettere in atto la migliore strategia per farlo cadere e prendere il suo posto. Riuscirà Asli, disposta persino a minare la vita privata di Ale, nella sua ambiziosa impresa?
AMBIZIONE – LA RECENSIONE
Lo show, ben recitato da un cast di attori credibili e ben calati nei rispettivi ruoli (in particolare le protagoniste Birce Akalai e Miray Daner), è accompagnato da musiche che tengono alto il ritmo ed è sostenuto da una trama avvincente, che invita a riflettere su come e quanto i social possano distruggere una reputazione, seppure a tratti scivoli nella soap. S’inserisce bene, per altro, l’ingrediente thriller, che diverrà predominante nel penultimo episodio.
Rimane il fatto che la scrittura non sia sempre convincente: per esempio negli stratagemmi usati da Asli per far fuori tutti i rivali sul lavoro, decisamente improbabili. Oltre tutto, dal primo episodio, non si capisce bene dove voglia andare a parare: malgrado la sua cattiveria, la sua totale assenza di scrupoli, non è ben chiaro quale sia il suo obiettivo, esplicitato solo più avanti. Ci saremmo per altro aspettati che fosse più approfondita la mente contorta di Asli facendoci conoscere il suo passato, di cui invece vengono mostrati solo brevi flashback: una pecca che speriamo venga compensata con la seconda probabile stagione. Avremmo anche voluto vedere più ambientazione turca, al contrario limitata agli studi televisivi e alle faraoniche case dei personaggi: il che è in contraddizione con la politica di Netflix di produrre in tutto il mondo anche per far conoscere più luoghi nell’ottica di una globalizzazione seriale.
Quel che resta di AMBIZIONE, difetti a parte, è l’ottimo modo di trattare temi quale il giornalismo ad effetto e quello tradizionale e il ruolo che giocano di questi tempi i social media nell’informazione, contrapponendo due generazioni di giornalisti che non possono riconoscersi in quanto l’una e ancorata al passato e l’altra al presente.
AMBIZIONE è disponibile su Netflix con otto episodi.
VOTO: 3 SU 5
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